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Rachel Eckroth al Blue Note di Milano

Rachel Eckroth al Blue Note di Milano

Courtesy Roberto Cifarelli

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The Garden—Rachel Eckroth, Anna Butterss, John Hadfield
Blue Note
Milano
24.5.2023

La pianista, tastierista, cantante e compositrice americana Rachel Eckroth, definita da alcuni la regina del crossover per le sue doti camaleontiche nel passare da un genere all'altro quasi senza soluzione di continuità, è sbarcata in Italia durante un tour europeo che l'ha vista apparire anche sul palco del Blue Note di Milano insieme al suo nuovo trio formato da Anna Butterss (basso elettrico, contrabbasso) e John Hadfield (batteria).

Sempre in bilico tra sperimentazione jazz, pop ed elettronica, Eckroth, classe 1976, è un'artista poco conosciuta nel nostro Paese, nonostante abbia all'attivo circa una ventina di album come leader o co-leader e una quasi sterminata lista di collaborazioni e partecipazioni come ospite. Voce e tastiere nei gruppi di Rufus Wainwright, St. Vincent, KT Tunstall e Chris Botti si è fatta un nome anche a livello mediatico e televisivo suonando nella house band del Meredith Vieira Show e apparendo in diversi programmi di punta come Saturday Night Live, The Tonight Show, Late Night with Seth Meyers e Good Morning America.

Il suo primo album come solista risale addirittura al 2005 (Mind) e da allora è stata la protagonista di una girandola di formazioni e di produzioni, il cui ritmo è aumentato vertiginosamente negli ultimi anni: nel 2020 è apparsa nel singolo "Circling" di Donny McCaslin, sassofonista dell'ultima band di David Bowie, e nello stesso anno ha pubblicato tre singoli. Nel 2021 insieme al bassista e marito Tim Lefebvre (David Bowie, The Tedeschi Trucks Band) ha pubblicato l'album The Blackbird Session Vol. 1, il singolo "Moot Points" con Alassane, oltre a un EP omonimo con quattro canzoni inedite. Non soddisfatta, sempre nel 2021, ha dato alle stampe The Garden con la vispa etichetta Rainy Days, album nominato ai Grammy Awards nella categoria Best Contemporary Instrumental Album. In effetti, insieme al recente Humanoid (Sam First Records), si tratta della sua prova più brillante e un saggio del suo formidabile istinto pianistico sempre proiettato in avanti all'interno di scenari dissonanti e visionari che spaziano dal free jazz alla fusion immersi in texture elettroniche in continuo mutamento.

E proprio i brani di The Garden sono stati al centro della scaletta che il trio ha proposto nella serata milanese anche se, in questo caso, all'interno di un set minimalista quasi completamente acustico senza tastiere elettriche o sintetizzatori.

Dopo i primi brani strumentali, in cui Eckroth al piano ha dato un'ennesima prova del suo eclettismo trovandosi a pieno agio nell'innescare trame sincopate e labirintiche caratterizzate da continui stop and go, sono arrivate finalmente le canzoni. La voce vellutata della pianista ha riproposto "Circling," composizione dark ed emozionale scritta dal sassofonista Donny McCaslin, e fatto definitivamente centro nel cuore dei presenti con "Dried Up Roots," unico brano cantato di The Garden in cui la sezione ritmica ha dimostrato un affiatamento e una complicità con la solista davvero straordinari.

Il concerto, in tutto poco più di una dozzina di brani, si è chiuso con "Low Hanging Fruit," sempre da The Garden. Peccato, nessun bis. L'evento è stata l'occasione per la Eckroth di presentare One, la sua ultima fatica discografica pubblicata quest'anno: disco di piano solo autoprodotto registrato negli studi Big Orange Sheep di New York.

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