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Enrico Zanisi: Piano Tales
ByDall'ascolto di Piano Tales emergono molteplici itinerari, a conferma di un eclettismo poetico che documenta insieme gli interessi personali e le aspirazioni estetiche.
Della musica di questo pregevole progetto discografico colpiscono inoltre la limpidità del suono, il fraseggio energico e le logiche costruzioni melodiche -siano esse di natura estemporanea o non -che rispondono sempre e comunque ai piani paradigmatici insiti e caratterizzanti ogni singolo brano. Nell'insieme, tutto ciò contribuisce a infondere coerenza e varietà, elementi che concorrono (soprattutto in un'opera in solo), a dare notevole spessore al progetto.
I numerosi riferimenti a musiche di varia origine subiscono un trattamento affatto personale; il loro utilizzo procede per gradi, per sfumature, oppure inizia dai dati salienti di un'immagine, per essere poi diluito in un amalgama che, partendo da una precisa tonalità cromatica, danno forma a immagini e suggestioni, che non sono affatto da considerarsi come semplice campionario di perspicaci sonorità ma elementi genetici posti a fondamento dell'atto creativo ed espressivo. Gli undici brani che compongono Piano Tales rappresentano le diverse portate di una tavola musicale imbandita senza fretta e con curiosità.
Dagli echi musicali vagamente barocchi di "Overture," si passa con disinvoltura a ballad moderne dai lineamenti delicati e quieti di "No Truth" e "Spring Can Really Hang You Up the Most" (quest'ultima armoniosamente leggibile nei suoi tratti strtturali, armonici e fraseologici di chiara ascendenza nord americana); inoltre, dal puntillismo evocativo-descrittivo-realistico di "Morse" -costruito su una sequenza ritmica che richiama l'antico sistema di comunicazione telegrafico -ci si avvia verso l'ultimo brano dell'album, ovvero la celebre melodia dell'area wagneriana "O Du Mein Holder Abendstern," che qui è resa con un pertinente senso di rispetto e dedizione nei confronti della bellezza del tema, oltre che con leggerezza e pacata solarità.
Tra quelle tracce si collocano le altre: la meno legata ai principi della consonanza classica e più prossima invece ad un'idea di contrappunto ritmico dei suoni è "Palabras"; "Uma Historia" invece è un brano elaborato a partire da una cellula iterata, dalla quale scaturisce una melodia che sa essere distesa, orecchiabile, quieta e che permette anche un intreccio di voci che dal basso seguono verso l'acuto, in un costante gioco di pesi e contrappesi che nell'insieme concorrono a far emergere con chiarezza il senso della melodiosità della musica.
Per completezza non si può glissare sull'importanza, in questo accattivante lavoro, delle dinamiche, gestite con gusto, padronanza tecnica e senso della musicalità.
Tutti gli episodi di questo disco sembrano degni di un fine compositore-improvvisatore, e poco importa sapere dove finisce l'uno e dove inizia l'altro, o che due brani su undici non sono stati scritti da Zanisi: ciò che più conta è la visione d'insieme, la consequenzialità degli eventi, la costruzione di un organico disegno musicale.
Enrico Zanisi riesce pienamente a realizzare un apprezzabile disco in piano solo. Piano Tales è un progetto di spessore, un buon disco di jazz che in qualche modo, però, va oltre il jazz.
Track Listing
Ouverture; Uma Historia; Mirage; Cut It Out; Mà; Palabras; Stairs; No Truth; Morse; Spring Can Really Hang You Up the Most; O Du Mein Holder Abendstern.
Personnel
Enrico Zanisi
pianoEnrico Zanisi: pianoforte.
Album information
Title: Piano Tales | Year Released: 2016 | Record Label: CAM Jazz
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