Francois Couturier: Nostalghia - Song for Tarkovsky

Condotto in quartetto con il sassofonista Jean-Marc Larché ed il fisarmonicista Jean-Louis Matinier, abituali collaboratori di Couturier, con l'aggiunta della violoncellista Anja Lechner - splendida interprete dello strumento che Eicher, come usa fare con i suoi "pezzi pregiati", dosa in numerosi progetti della ECM - il lavoro contiene solo musica originale, ispirata liberamente dal cinema di Tarkovsky e con influenze esplicite da Bach, Schnittke e Pergolesi.

Già questi dettagli danno idea del genere di musica messa in scena da Couturier; ma per chi conosca la poetica del regista russo sarà ancor più facile immaginarne il clima: meditativo, nebbioso, punteggiato da screziature timbriche (ricordate le gocce d'acqua che attraversavano film come "Nostalghia" o "Stalker"?) che esprimano anche il tormento della contraddittoria e paradossale commedia umana.

Può essere interessante notare come il quartetto suoni solo in parte del lavoro ad organico completo e che vi sia una sua continua riduzione a coppie dialoganti, modalità che da un lato mette ancor più in evidenza il carattere cameristico della musica, dall'altro esalta le sonorità, offrendo splendidi momenti.

Difficili da selezionare, per la loro complessità ed estensione, le tracce migliori, tra le quali è forse possibile indicare il lirico "Nostalghia", la tormentata "Stalker" e la sofisticata "Crépuscolaire". In un lavoro, comunque, di totale, equilibrata e sempre inquietamente creativa eleganza.

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