Bernard - Emer - Lackner - Ferber: Night for Day

Ma poi, alla resa dei conti, permane l’incertezza sulla direzione da prendere, sulla capacità di elaborare un linguaggio personale che faccia tesoro della massa di sollecitazioni e di input esterni, evitando operazioni di copia-incolla o di comodi collages.

In questo Night for Day, per esempio, i quattro musicisti stanno in bilico tra uno straight ahead jazz moderno e aggiornato, e timide pulsione in avanti, passi titubanti nel campo della ricerca e della sperimentazione meno radicale. Così dopo tre brani ben suonati, eleganti, ma che scorrono via lisci, lisci, senza sussulti, troviamo “Dry Tortugas“, un blues irregolare, sconnesso, con interessanti soluzioni timbriche - i metalli di Ferber e la chitarra di Bernard -, attraversato da ruvidi fremiti elettrici.

Ancora un paio di brani piuttosto incolori ed ecco “Nothing to See“, altro blues colloso, notturno, ossessivo. Per arrivare a “Snow“, brano rarefatto nel quale finalmente Lackner mette in mostra il suo pianismo astratto ed un poco allucinato, che ci fa rimpiangere quello che Night for Day avrebbe potuto essere.

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