Home » Articoli » Album Review » Paul Buchanan: Mid Air

Paul Buchanan: Mid Air

By

View read count
L'ultima volta che s'era fatto vivo era nel 2004. Una vita fa. Era in compagnia della sua meraviglia: i Blue Nile, band che stava al calendario discografico (4 dischi in 20 anni) come Godot stava alla puntualità. Non un anno qualunque il 2004. Quello dello tsunami nel sud dell'Asia, ma anche degli sconvolgimenti tellurici sul territorio discografico che con l'introduzione delle download chart nel Regno Unito, ufficializzavano l'esistenza della musica digitale.

Che fine avevano fatto Paul & Co? Non si sapeva molto. High aveva raggiunto il 10 posto delle chart inglesi, ma non molto dopo, la Sanctuary fallì. I Blue Nile erano bravi, ma un tantino sfigati. Allan Brown nella sua biografia "Nileism - The Strange Course of The Blue Nile" - lo scrive chiaramente: "Erano un gruppo molto amato dai critici, ma i critici non comprano mai i biglietti".

Si racconta di diverbi con PJ Moore e tanto silenzio. Interrotto di qua e di là da esibizioni live più o meno celebrative. Il leader ha lasciato i suoi due comprimari e ha preferito andare per conto proprio. Un addio annunciato e forse definitivo.

Mid Air è un fulmine a ciel sereno. Colpisce quando proprio non te l'aspettavi più. Di tempo cronologico ne è passato, ma qui sembra tutto immobile. Come un fermo immagine. Potrebbe essere la germinazione del fiore di "Easter Parade," anno di grazia 1984.

Un piano, qualche guizzo di synth e soprattutto la voce, quella di Paul, che Peter Gabriel definì la più bella in circolazione, sono bastati a rendere questo disco un'oasi di poesia in musica. Paul cerca di dare ai ricordi una consistenza tattile: "I can see you standing in mid air," canta. Rilegge un diario di appunti che improvvisamente schiude i suoi segreti con la stessa grazia di un raggio di luce che si fa spazio tra le imposte socchiuse delle finestre dell'anima ("Half in the World").

Le canzoni sono fragili come il respiro, potrebbero spezzarsi in un attimo. Negano per pudore la bellezza. Sono perle che sfuggono alla luce e si rintanano nel guscio. Mostrano il loro profilo in controluce o assopite nell'assolata controra in cerca del desio ("After Dark"). Hanno una sonnolenza romantica ("Cars in the Garden") e una dignità che potrebbe disintegrarsi nel momento esatto in cui si provasse solo a descriverle.

Questo incantesimo ripercorre la vita di Buchanan. Il pianoforte danza leggero, incerto, reticente, timoroso, discreto intorno alla sua voce che trascina la musica come in una scia luminosa ("Newroom," "I Remember You") attraverso una costellazione di ricordi, rimorsi e occasioni perdute. Si evoca, a tratti, il pianismo sommesso e riflessivo di Bill Evans. Potrebbe essere Keith Jarrett in un giro notturno sulla strade piovose scozzesi o la raffinatezza di Esbjörn Svensson se avesse avuto il tempo di incontrarlo.

Un disco di innocenti evasioni che graffiano il cuore e lo accarezzano. Escursioni notturne di vulnerabilità sommessa tra strade illuminate da neon e silenzi imperturbabili che hanno la consistenza di sorriso trattenuto, gentile e indimenticabile.

Track Listing

01. Mid Air; 02. Half the World; 03. Cars in the Garden; 04. Newroom; 05. I Remember You; 06. Buy a Motor Car; 07. Wedding Party; 08. Two Children; 09. Summer's on Its Way; 10. My True Country; 11. A Movie Magazine; 12. Tuesday; 13. Fin de Siècle; 14. After Dark.

Personnel

Paul Buchanan (piano, synth, voce).

Album information

Title: Mid Air | Year Released: 2012 | Record Label: Live! On The Park

Tags

Comments


PREVIOUS / NEXT




Support All About Jazz

Get the Jazz Near You newsletter All About Jazz has been a pillar of jazz since 1995, championing it as an art form and, more importantly, supporting the musicians who make it. Our enduring commitment has made "AAJ" one of the most culturally important websites of its kind, read by hundreds of thousands of fans, musicians and industry figures every month.

Go Ad Free!

To maintain our platform while developing new means to foster jazz discovery and connectivity, we need your help. You can become a sustaining member for as little as $20 and in return, we'll immediately hide those pesky ads plus provide access to future articles for a full year. This winning combination vastly improves your AAJ experience and allow us to vigorously build on the pioneering work we first started in 1995. So enjoy an ad-free AAJ experience and help us remain a positive beacon for jazz by making a donation today.

More

Memories Of Home
John Scofield Dave Holland
SYBlings, Vol. 2
Seth Yacovone Band
The Healing
Rodrigo Amado
Dark Days
Noah Preminger

Popular

Get more of a good thing!

Our weekly newsletter highlights our top stories, our special offers, and upcoming jazz events near you.