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Susanna and the Magical Orchestra: Melody Mountain

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Susanna and the Magical Orchestra: Melody Mountain
Che l'identità sia uno dei temi più problematici nella musica - e non solo! - di oggi non è novità che dovrebbe stupire più di tanto. Anzi non è novità per nulla! Volendo sintetizzare in un solo disco questa situazione, il nuovo Melody Mountain di Susanna and the Magical Orchestra è un ottimo esempio.

A partire dal nome della formazione, che è un duo formato dalla voce di Susanna Karolina Wallumrød e da Morten Qvenild [Jaga Jazzist] impegnato con il resto della strumentazione tastieristica, principalmente ridotto a uno strumento per volta: non solo dunque l'orchestra è ridotta a un solo elemento, ma è anche sonicamente ridotta ai suoi elementi più essenziali.

Il fattore identitario emerge anche dal repertorio scelto per questo nuovo disco: già nel lavoro d'esordio, List of Lights and Buoys, aveva fatto la sua comparsa una cover, quella di "Jolene" di Dolly Parton, ora tutto il disco è composto solo da covers [alcune delle quali fanno da tempo parte del repertorio live del duo], secondo una tendenza piuttosto seguita, che ha nella Cat Power di The Covers Record un agile predecessore.

Molto vario il materiale riletto: alcune scelte sono più prevedibili, come il Leonard Cohen dell'iniziale "Hallelujah" - che ormai passa emotivamente anche attraverso i colori che Jeff Buckley le ha donato - o i Joy Division di "Love Will Tear Us Apart", altre più singolari, con l'inclusione di brani dei Kiss o degli Ac/Dc, ricollegandosi alla matrice folk con Bob Dylan e Sandy Danny, allo Scott Walker del terzo disco solista, a Prince e Depeche Mode.

Le canzoni trovano in Susanna e nel suo uomo-orchestra una fantastica coppia di "anestesisti" sonori: le riletture sono infatti profondamente rallentate e rarefatte, giocate su tessiture dilatate sopra cui la voce fragile e cristallina della musicista norvegese soffia la melodia come sospesa in un sogno o congelata in un blocco di ghiaccio, metafora che bene calza anche senza volere per forza calcare sull'abusato luogo comune "musica scandinava = freddezza".

La riduzione di materiali così differenti a una stessa matrice interpretativa, tra l'altro molto caratterizzata, provoca uno slittamento inevitabile verso l'appiattimento: l'ascoltatore rimane così sospeso tra il "gioco" trasformista del confronto tra originale e cover e la necessità di lasciarsi trasportare dal flusso melodico.

Ne viene fuori, oltre a un diffuso senso di sopore [ma per un disco autunnale, la cosa può anche funzionare], anche una fastidiosa uniformità, che evidenzia i casi di materiali di partenza melodicamente banale ["Enjoy The Silence"], sfibra ulteriormente quelli troppo coverizzati [Cohen e "Love Will Tear Us Apart" ovviamente su tutti], funziona meglio sui contrasti accentuati [Kiss e Ac/Dc per intenderci] ma si ritrova complessivamente a fluttuare un po' senza meta, smarrendosi definitivamente quando la situazione è emotivamente analoga, come nel caso di "It's Raining Today", cui già Scott Walker [pur ancora lontano dalle lancinanti prove degli ultimi anni] infondeva un'inquietante instabilità.

Reazione al readymade e al revival? L'esigenza di ripescare brani pop e stravolgerli [pensiamo ad esempio a progetti come Nouvelle Vague o a Musica Nuda, solo per citare argomenti trattati su queste pagine] risponde di volta in volta a stimoli diversi, spesso dimentica che se una canzone "pop" è grande è grande proprio perché è lei e solo lei, con quell'arrangiamento, quella voce, quelle tastiere pacchiane magari.

Tradizione appiattita quindi, privata di profondità, ricondotta a uno scenario da i-pod raffinato e obliante, identità che si mette a nudo nella sua difficoltà. Nemmeno tanto divertente, poi!

Peccato, perché si intuisce in più frangenti che il duo ha qualità, ma se non si superano queste impasse, si rimane davvero annoiati e disorientati. O lo rimaniamo perché ci parlano davvero di noi?

Personnel

Album information

Title: Melody Mountain | Year Released: 2006 | Record Label: Rune Grammofon


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