Christian Muthspiel's Yodel Group: May

Che è un buon album, intendiamoci, ma abbastanza lontano nel risultato da quello che ci si poteva attendere da un manipolo di musicisti abituati a ben altre scorribande. In sostanza, Muthspiel sembra rimanere a metà strada tra un approccio filologico rinfrescato dall'abilità dei musicisti ed una più radicale interpretazione e rielaborazione delle strutture di base. Gli impasti sonori prodotti dalle ance del leader e di Preinfalk e dalla tromba di Matthieu sono interessanti, così come indovinata è la scelta del vibrafono, strumento gentile per natura, che però troppo spesso ottiene un effetto Modern Jazz Quartet un poco fuori luogo in un simile contesto.

E sorprende sentire un batterista esuberante, estroverso ed inclassificabile come Previte relegato in un ruolo di canonico time-keeper, seguito a ruota da un Brad Jones piuttosto anonimo. Sarà pur vero che il Christian Muthspiel's Yodel Group è formazione pensata per le esibizioni dal vivo, ma May rimane un lavoro parzialmente deludente.

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