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Mati Klarwein: Mati & the Music

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Mati Klarwein: Mati & the Music

Illustrazioni: Mati Klarwein / Testi: Serge Bramly

RM Verlag Barcelona

Finalmente l'attività pittorica di Mati Klarwein legata alla musica e alle copertine dei dischi in particolare, riceve un doveroso tributo con questo splendido libro di grande formato che in quasi duecento pagine, abbondantemente illustrate a colori, racconta le 52 copertine discografiche realizzate dal 1955 al 2005 con i dipinti dello straordinario pittore tedesco che per buona parte della sua vita si definì cittadino del mondo. Il libro può essere ordinato via Internet ed è un must per gli appassionati dell'arte applicata alla musica. Di questo volume esiste anche una versione in edizione limitata e numerata (500 copie), molto costosa, che include due LP da 180 grammi, con il concerto inedito di Copenhagen del 1969, del quintetto di Miles Davis.

Le copertine più famose realizzate con le opere di Mati Klarwein sono quelle per Bitches Brew e Live Evil di Miles Davis e quella di Abraxas di Santana, ma andrebbero ricordate anche le copertine di Earthquake Island, Maarifa Street, Dream Theory in Malaya e Aka Darbari Java di Jon Hassell, Last Days and Time degli Earth Wind and Fire, Illuminations di Mark Egan & Danny Gottlieb, Heads degli Osibisa, Hooteroll di Howard Wales & Jerry Garcia, Demon's Dance di Jackie McLean, This Is Madness dei Last Poets, Hell and Back di Buddy Miles, del poco noto ...And a Happy New Year di Jimi Hendrix e tante altre.

In questo volume le copertine sono riprodotte in un formato praticamente originale, privilegiando l'opera pittorica integrale di Klarwein dalla quale la copertina stessa è ricavata. In alcuni casi infatti per la copertina sono stati utilizzati dettagli tratti da quadri più ampi e complessi. Interessante è anche distinguere fra le opere realizzate espressamente per essere utilizzate come copertina discografica e quelle invece pre-esistenti e utilizzate a posteriori per ricavarne il fronte della copertina discografica. In particolare è affascinate l'uso di un frammento dell'opera Flight to Egypt che venne fatto per Earthquake Island di Jon Hassell, grande estimatore di Klarwein.

La pittura di Mati Klarwein si situa in una nicchia piuttosto anomala del surrealismo che si trasforma nel tempo in arte visionaria con tinte psichedeliche. Attraverso la grande vetrina che la pubblicazione di questo volume rende disponibile, si può osservare anche come cambia nel tempo l'arte di Klarwein, visto che l'arco temporale è molto ampio ed è ben documentato. Di grandissimo interesse sono i testi (in francese, spagnolo e inglese) di Serge Bramly, un artista spagnolo che ha conosciuto Mati Klarwein nel suo buen ritiro di Deià (sulla costa occidentale di Maiorca). Un posto incantato dove il pittore ha trovato anche la pace eterna. Sono testi molto accurati e carichi di quei piccoli episodi 'esemplari' di vita vissuta che formano il tessuto prezioso e dettagliato sul quale si costruiscono le leggende. E in questo splendido libro di quel tessuto ne troviamo davvero in abbondanza.

Mati, instancabile viaggiatore alla ricerca di nuove esperienze, aveva spostato la sua residenza a New York nel periodo della rivoluzione culturale degli anni sessanta e fu ottimo amico di Jimi Hendrix, attraverso Stella Douglas e Colette Mimran, ben note per la famosa boutique al 321 East della 9th Street che le due fanciulle gestivano. Boutique che per alcuni anni, a cavallo fra fine anni sessanta e inizio anni settanta, era diventata il punto di riferimento per i musicisti più hip di New York, a cominciare da Hendrix. La mitica Betty Mabry, poi Betty Davis, aveva portato Miles da Stella e Colette, con le quali era grande amica. E sempre lei aveva presentato Jimi a Miles. Per completare il quadro va aggiunto che Stella era la moglie di Alan Douglas, il produttore che nell'autunno del 1969 cercò di mettere assieme Jimi e Miles Davis per un progetto discografico affascinante, almeno sulla carta. Progetto che non si realizzò per le richieste economiche esagerate del trombettista.

Nel libro troviamo anche parecchie foto di Mati che ci permettono di capire anche la sua trasformazione da giovane artista tedesco ebreo, scappato con la famiglia prima in Israele e poi a Maiorca, a causa delle leggi razziali, a straordinario interprete delle pulsioni che si coglievano nell'aria e che si manifestarono soprattutto attraverso la musica, dagli anni sessanta in poi. Un interprete geniale, affascinante e generoso che per un po' di tempo si era ribattezzato Abdul Mati, generando anche un buffo episodio di razzismo alla rovescia con Yuseef Lateef che viene riportato nel libro. Vi lasciamo il piacere di scoprirlo.

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