Curtis Sydnor: Materials and Their Destiny

L'ispirazione per Materials and Their Destiny arriva da un testo di filosofia dell'architettura di Louis Sullivan, padre del Movimento Moderno negli Stati Uniti. L'idea è quella di un viaggio sincronizzato tra l'improvvisazione della band sul palco e l'animazione di linee, traiettorie, forme, proiettata su di un grande schermo. Idea non nuova ma affascinante, in relazione alla visionarietà propria dell'architetto statunitense, presso lo studio del quale si formò Frank Lloyd Wright ed ebbe inizio la cosiddetta architettura organica.

Quello che possiamo affermare è che il progetto funziona, eccome, anche solo nella sua dimensione musicale. Le tastiere del leader, il sax della sempre più convincente Caroline Davis, l'affilata chitarra di Aaron Dugan e la batteria di Jordan Perlson sono un indizio sulla direzione intrapresa dal quartetto che sciorina una musica impregnata di delicati umori rock che sanno irrobustirsi alla bisogna, di visioni psichedeliche, dalla accentuata impronta melodica, con i quattro musicisti impegnati ad aggiungere tasselli, macchie di colore e di calore più che a improvvisare in maniera canonica

Curtis Sydnor vanta una formazione accademica tutt'altro che trascurabile e sa bene come assemblare gli elementi a disposizione nel rispetto delle forme, non disdegnando cambi di prospettiva, accelerazioni, riff assassini, e conferendo alla musica di Materials and Their Destiny l'organicità, l'essenzialità e la bellezza di un edificio di Louis Sullivan.

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