Ig Henneman: Live@The Ironworks Vancouver

L'introduzione del disco è demandata alla inquieta "Tracks," cui segue "Prelude for the Lady with the Hammer," una melodia monkiana, minimalista, vivacizzata da alcune armonizzazioni à la Stravinskij, prima che la viola della Henneman si prodighi in un assolo sul tappeto sonoro intessuto dagli altri strumenti.

"Kindred Spirits" è una contemplazione dalle tinte orientali introdotta dallo Shakuhachi della Baars, sviluppata dal dialogo fra archi e fiati, colorato dalle note del piano in sottofondo.

In "Bold Swagger" è il clarinetto basso di Lori Freedman a farla da padrone: impossibile non riconoscere in Eric Dolphy l'ispiratore di questo brano free, per struttura formale (forte riferimento appare essere ad esempio "Hat and Beard" contenuta nel seminale Out to Lunch), per scelta dello strumento solista, nonchè per la dimensione cameristica e le timbriche dell'ensemble, già in qualche modo sperimentate dal polistrumentista californiano (si pensi ad album come Out There e alla relativa introduzione della viola di Ron Carter).

Fra le più interessanti composizioni dell'incisione, "Light Verse" è un brano enigmatico e dall'andamento circolare, un susseguirsi di enunciati scanditi dai diversi musicisti, inframezzati da brevi silenzi. La tromba con le sue frasi contrappuntistiche, il clarinetto col suo alternare pause e acuti, la viola con le sue fughe interpretano diversamente nei loro assoli l'umore del brano.

In chiusura d'album "A'n B," forse il più melodico dei brani: un tema scandito dai fiati e successivamente dal piano sopra le atmosfere tinteggiate dagli archi. La traccia ha inizialmente un'armonia ben riconoscibile, ma nel suo evolversi perde progressivamente l'unità di tempo lasciando riaffiorare le latenti pulsioni free, che si placano solo sul finale.

Imperniato sulla dicotomia fra l'approccio melodico/armonico europeo e quello più prettamente ritmico/timbrico di estrazione afroamericana, malgrado presenti qualche sbavatura in esecuzione, da imputare con tutta probabilità alla dimensione live dell'opera, l'ultimo lavoro della Henneman è un documento che fa di nuovo luce sulla poliedricità dell'artista olandese e testimonia l'eterogeneità e vastità - di riferimenti con cui si confrontano le avanguardie musicali contemporanee.

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