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Jim Black Trio al Teatro Franco Parenti
Jazz Al Parenti
Teatro Franco Parenti
Milano
08.04.2016
L'ultima avventura musicale di Jim Black vede il batterista di Seattle in compagnia di due giovani e talentuosi musicisti, il contrabbassista Thomas Morgan ed il pianista Elias Stemeseder. La formazione è quanto di più classico si possa trovare. La musica che il trio propone, tuttavia, suona molto originale e difficilmente riconducibile a linee stilistiche predeterminate. Se le strutture armoniche, piuttosto semplici, quasi pop, con abbondante uso di riff e ostinati, fanno venire in mente un certo Brad Mehldau, o il compianto E.S.T., l'approccio al materiale sonoro, prevalentemente ritmico, con innumerevoli cambi di velocità, scansione, coloritura, rende infatti questo trio un unicum nel panorama jazzistico internazionale.
Al Teatro Franco Parenti di Milano i tre musicisti erano alla sesta tappa di una tournée di otto date, e già prima che salissero sul palco, dalla semplice disposizione degli strumenti, molto ravvicinata e compatta, si intuiva che il livello di interplay sarebbe stato notevole. Il concerto ha poi ampiamente confermato le nostre aspettative: la musica del trio si muove infatti sempre lungo quella sottile linea di demarcazione che separa (separa?) partitura scritta ed improvvisazione collettiva (in un'accezione molto distante dal free), in un continuo scambio di stimoli, sguardi, cambi di direzione più o meno preventivati o estemporaneamente improvvisati.
La serata si è aperta con un medley di tre composizioni tratte dall'album Actuality, cui hanno fatto seguito i brani che saranno inseriti nel prossimo album del trio (sarà registrato in giugno) anch'essi presentati in forma di medley e dunque senza soluzione di continuità. Scelta interessante, ma che non ci ha convinto pienamente. La costruzione e la complessità ritmica dei brani, per quanto accattivanti nel loro incedere, richiedono comunque una partecipazione attenta dell'ascoltatore, che a lungo andare rischia di essere travolto da una marea sonora non facilmente gestibile.
Per chi vi scrive, questo concerto ha anche offerto l'occasione di ascoltare per la prima volta dal vivo il giovanissimo pianista austriaco Elias Stemeseder. Vent'anni, cultura musicale (e jazzistica in particolare) enciclopedica, manualità notevolissima, gran gusto nella costruzione degli interventi... Una vera rivelazione.
Foto
Roberto Cifarelli.
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