Home » Articoli » Live Review » Jack DeJohnette "The Ripple Effect"

Jack DeJohnette "The Ripple Effect"

By

View read count
Auditorium - Roma - 27.10.2009

Originale e autoreferenziale sono due parole che fanno rima, ma hanno un significato diverso. Ne è stato esempio lampante anche il concerto di Jack DeJohnette, a Roma lo scorso 27 ottobre con il suo progetto The Ripple Effect: quasi due ore di musica dove si è assistito a una commistione di ritmi africani, orientali, amazzonici, europei, rap, elettronica e quant'altro.

Un minestrone sonoro dal sicuro spessore di originalità, ma che in alcuni tratti ha preso delle tangenti talmente non aderenti al contesto, da risultare poco commestibile per la platea romana, quindi eccessivamente ricercato nelle forme e nei colori al punto da risultare autoreferenziale. Situazione che ha creato delle scollature tra la band e il soporifero pubblico presente che, complice anche il martedì lavorativo e la comodità delle poltroncine della Sala Sinopoli, ha dato segno di presenza solo negli applausi di circostanza e nei rari tentativi di coinvolgimento da parte dei musicisti.

DeJohnette - camicia rossastra e 67 primavere indossate con disinvoltura - si è distinto durante tutta la performance per equilibrio timbrico, estrema versatilità anche nelle situazioni più tirate, per un paio di soli eccellenti, e per una serie di figurazioni ritmiche che, come se fossimo davanti al miglior prestigiatore, per essere capite appieno avrebbero avuto bisogno almeno di un paio di replay. Sintesi ritmica che si è potuta compiere grazie anche all'ottimo Jerome Harris, bassista dall'atteggiamento funkeggiante e all'occorrenza chitarrista dal tocco affilato, preciso, chirurgico. Ma lo spettacolo ha conosciuto i suoi momenti migliori nelle composizioni votate alle melodie, dove la cantante Marlui Miranda si è potuta esprimere su un registro medio-alto ottimamente sospeso sulla tessitura generale, creando delle linee di condotta evidenti e dunque più fruibili. Linee ribadite dai fiati di John Surman e meravigliosamente legate dagli inserti elettronici di suo figlio Ben, un autentico asso nella manica dell'intero ensamble.

Spettacolo originale si diceva, e non v'è dubbio, ma pagato al caro prezzo di lunghi passaggi di assoluto compiacimento.

Foto di repertorio di Claudio Casanova.

Tags

Comments


PREVIOUS / NEXT




Support All About Jazz

Get the Jazz Near You newsletter All About Jazz has been a pillar of jazz since 1995, championing it as an art form and, more importantly, supporting the musicians who make it. Our enduring commitment has made "AAJ" one of the most culturally important websites of its kind, read by hundreds of thousands of fans, musicians and industry figures every month.

Go Ad Free!

To maintain our platform while developing new means to foster jazz discovery and connectivity, we need your help. You can become a sustaining member for as little as $20 and in return, we'll immediately hide those pesky ads plus provide access to future articles for a full year. This winning combination vastly improves your AAJ experience and allow us to vigorously build on the pioneering work we first started in 1995. So enjoy an ad-free AAJ experience and help us remain a positive beacon for jazz by making a donation today.

More

Jazz article: Billy Hart Quartet Birthday Bash
Jazz article: Nigel Price Organ Trio At Magy's Farm
Jazz article: John Santos at Miner Auditorium

Popular

Read Giving Thanks & Spreading the Jazz Joy
Read Baku Jazz Festival 2025: Part 1
Read Vilnius Jazz Festival 2025
Read Joni Jazz, Part 2
Read Jack Kenny's Best Jazz Albums Of 2025
Read Dan McClenaghan's Best Jazz Albums Of 2025
Read John Hadfield: An Open Concept

Get more of a good thing!

Our weekly newsletter highlights our top stories, our special offers, and upcoming jazz events near you.