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Intervista a Walter Kolosky

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All About Jazz Italia: Walter, dicci qualcosa di te. Quanti anni hai, dove vivi e per quale ragione hai deciso di scrivere un libro sulla Mahavishnu Orchestra, Power, Passion and Beauty.

Walter Kolosky: I miei anni li potete ricavare se considerate che avevo sedici anni quando ho visto la Mahavishnu Orchestra in televisione nel 1972. Vivo fuori Boston, nel Massachusetts, con mia moglie e mia figlia. Dovevo assolutamente scrivere questo libro. Mi cresceva dentro. Non capivo come mai nessuno lo avesse già scritto. Ho avuto la possibilità di farlo, i tempi erano giusti e ho capito che io ero quello che doveva scriverlo. Sono felice di averlo fatto.

AAJI: Quante volte hai visto la Mahavishnu Orchestra dal vivo?

W.K.: Ho visto la Mahavishnu Orchestra originale solo una volta, nell’estate del 1973, in uno stadio dalle parti di Boston. Era molto caldo e il sole era proprio dietro al palco, per cui era difficile vedere la band. Ma io li ascoltai nel modo giusto. Sarei potuto essere dieci miglia lontano dal palco e li avrei comunque sentiti. Infatti continuo a sentirli.

AAJI: Quali sono gli altri musicisti, oltre a John McLaughlin e ai musicisti associati alla Mahavishnu Orchestra, che ti interessano di più?

W.K.: In passato ovviamente Miles Davis e John Coltrane, che ho conosciuto partendo da John McLaughlin e andando a ritroso. Ma mi piacciono molti musicisti in vari generi. Mi piacciono le band del rock progressivo e le jam band. Mi piace la musica dove è presente l’improvvisazione e dove la voglia di prendersi rischi rimane evidente. I primi nomi che mi vengono in mente sono Garaj Mahal, i gruppi di Dennis Chambers, Jonas Hellborg, Gary Husband, Carl Orr e Mitchell Forman. Potrei andare avanti…

AAJI: Hai in programma altri libri?

W.K.: Probabilmente scriverò altri libri. Non ho la più pallida idea su cosa. Adesso sto curando la promozione di Power, Passion and Beauty e quindi non ho davvero avuto il tempo per pensare ai prossimi lavori.

AAJI: Il tuo libro si può trovare in libreria o solo su Internet?

W.K.: In questo momento il libro è disponibile nei negozi americani ed è disponibile via Internet nel resto del mondo. Non abbiamo ancora raggiunto un accordo per la distribuzione in Europa, ma spero che presto riusciremo a trovare una buona soluzione distributiva.

AAJI: Stai pensando ad una versione italiana del tuo libro?

W.K.: Al momento ci sono piani già avviati per tradurlo in giapponese e ci sono alcuni discorsi avviati per tradurlo in tedesco e slovacco. Siamo pronti a prendere in esame la possibilità di una traduzione in italiano se ci sarà un interesse commerciale in questo senso.

AAJI: Qual è stata la reazione provocata dal libro, sin qui?

W.K.: Straordinaria. Non sto a raccontarvi quanta gente mi ha contattato per ringraziarmi per avere scritto il libro. Per me questo libro è stato sempre immaginato come un libro per i fans. Non mi interessava scrivere un freddo libro di analisi jazzistica. In questo caso ho scritto un libro su una musica che sapeva cambiare direzione ogni momento, quindi volevo che anche il mio libro avesse questa caratteristica. Il mio obiettivo era quello di indirizzare la mia passione per la musica in modo che ogni lettore si sentisse parte della storia. Mi ha fatto piacere leggere quello che un lettore in particolare mi ha scritto. Mi ha detto che per lui è stato come se io fossi un suo amico pronto a raccontargli i suoi segreti. Se questo sarà quello che proveranno tutti i lettori del mio libro, dedicato ad un gruppo fantastico, in grado si suonare musica straordinaria in un periodo particolarmente stimolante, allora sarò davvero contento.

AAJI: Sai se John McLaughlin ha letto il libro e, se questo è avvenuto, sai cosa ne pensa?

W.K.: John mi ha fatto sapere che il libro gli piace. Non sono sicuro che lo abbia letto per intero. Lui è sempre molto preso. Jan Hammer, Rick Laird e Jerry Goodman lo hanno sicuramente letto e mi hanno fatto sapere che a loro piace molto. Billy Cobham non ha ancora avuto modo di leggerlo. Comunque questo è un libro per i fans della Mahavishnu Orchestra, non per i musicisti della stessa!

AAJI: Ti risulta che ci sia materiale inedito della band pronto per essere pubblicato?

W.K.: So che la Sony ha la registrazione del concerto di Cleveland del 1972. Il materiale è pronto, già mixato, ma purtroppo ci sono varie ragioni per le quali probabilmente non sarà mai pubblicato

AAJI: Qual è il brano della Mahavishnu Orchestra che preferisci?

W.K.: Il mio brano preferito è “One Word”. Fu il loro primo brano che ascoltai. Mi ha cambiato la vita.

AAJI: Qual è il John McLaughlin che preferisci, escludendo per un attimo la Mahavishnu Orchestra?

W.K.: Dovrei risponderti che dipende da quando mi viene chiesto! In questo momento probabilmente dovrei dire che mi piace quello dell’ultimo album Industrial Zen. Credo sia la cosa migliore che John ha fatto negli ultimi anni. In altri momenti potrei rispondere che mi piace molto il John McLaughlin dell’album Heart of Things: Live in Paris oppure quello dell’album Extrapolation o altro… O invece potrei andare molto indietro e dirti come mi piaccia il suo lavoro in Jack Johnson di Miles Davis. Questo è davvero un album fuori dal tempo. E penso lo stesso per altri suoi album. Questa è la ragione per la quale lo ammiro moltissimo.

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