Home » Articoli » Interview » Intervista a Teho Teardo

Intervista a Teho Teardo

By

View read count
Il nome di Teho Teardo viene debitamente associato alla musica da film. "Gorbaciof," "Una vita tranquilla," "Il gioiellino" e il recentissimo "Diaz" sono solo alcune delle pellicole per le quali ha scritto colonne sonore con le quali ha ottenuto visibilità presso il grande pubblico oltre che apprezzamenti di critica e di un Maestro come Ennio Morricone. Ma l'avventura musicale di Teardo nasce parecchi anni addietro quando, dopo aver ascoltato Ramones e Sex Pistols, imbraccia la chitarra elettrica liberando la propria carica energetica in punk band e scuotendo la scena industrial italiana. Da allora il suo percorso musicale ha intrapreso sentieri spesso imprevedibili, portandolo ad esplorare con indefessa curiosità il rapporto tra suono e parola, tra musica e testo scritto, tra creatività e spazio fisico circostante. Questo e molto altro ci racconta nella seguente intervista.

All About Jazz: Gli esordi a fine anni ottanta sono nella scena industrial. Poi fondi i Meathead e avvii progetti come Matera, Operator, Here. Cosa ricordi di quel periodo e cosa conservi nel tuo bagaglio attuale di musicista ?

Teho Teardo: Con i Meathead ho provato in Italia a fare una band che suonasse la musica che mi piaceva. Era impossibile che accadesse in questo paese, ma ci ho voluto provare ugualmente. Di conseguenza gli altri progetti li ho realizzati altrove: New York, Londra, non piú in Italia dove non c'era alcuna possibilità per un certo tipo di musica.

AAJ: All'inizio di quegli anni pubblicavi i tuoi lavori su cassetta. Una scelta estetica e culturale in sintonia con quel movimento ma anche i primi segnali di ricerca di un mercato alternativo?

T.T.: Una scelta logistica: le cassette costavano poco, si producevano facilmente e ti consentivano di far girare la tua musica in mezzo mondo, quello era il tape network, ovvero myspace prima di myspace.

AAJ: Qualche anno dopo, nel 2000, inizia il tuo lungo viaggio nel mondo delle colonne sonore. Quali sono stati i fattori che ti hanno portato a questo sodalizio?

T.T.: La casualità. Gabriele Salvatores aveva sentito un mio CD e mi ha chiamato per "Denti," il film a cui stava lavorando in quel periodo, alla fine degli anni '90.

AAJ: Quale è il tuo approccio alle musiche da film ? Componi sulle immagini oppure...

T.T.: Scrivo la musica leggendo la sceneggiatura in modo da slegarmi dalle dinamiche ormai vetuste del commento musicale riferito alle immagini. Preferisco stabilire un parallelo drammaturgico con il film piuttosto che accompagnarlo. I buoni film non necessitano di un badante che li accompagni, ma di un buon compagno di viaggio con cui dialogare.

AAJ: Come si sviluppa il tuo rapporto con i registi? Vi è un dialogo in itinere, ricevi carta bianca, hai alcune direttive a cui devi ottemperare?

T.T.: Varia di persona in persona, ogni volta è fortunatamente diverso, ma soprattutto varia anche di film in film dello stesso regista. È fondamentalmente una questione di dialogo, di saper ascoltare. Reciprocamente. Mi piace moltissimo. All'interno di queste dinamiche diviene secondario l'aspetto delle direttive o della carta bianca, è una collaborazione e la musica si presta a questo ed a molto altro. Una questione di promiscuità.

AAJ: Una volta terminato il processo di composizione, quale lavoro di produzione subisce la tua musica?

T.T.: La realizzazione attraverso la registrazione ed il mix sono fasi di scrittura altrettanto significative quanto la composizione tradizionale per cui individuo almeno quattro fasi, aggiungo quindi l'editing. Inoltre, con il rapporto con le immagini puoi fortunatamente scardinare alcuni elementi della composizione e questo rimette tutto in discussione. Certe volte pare non ci sia fine, ma lo considero un vantaggio.

AAJ: Music, Film. Music. è un album che racchiude il meglio della tua musica da film ma, soprattutto, è un titolo che sembra un manifesto programmatico del tuo approccio musicale...

T.T.: Mi piace che la musica non sia un corredo per il film, ma che ribadisca la sua autonomia stilistica, che sia in grado di sostenersi ben oltre la visione del film. Ogni colonna sonora per me è un album e deve giustificarsi al suo interno. È musica, non "musica per qualcosa" come purtroppo spesso siamo abituati a vedere al cinema. Music, Film. Music ribadisce questa autonomia.

AAJ: In questo CD uno dei momenti più intensi ed emozionanti è l'interpretazione del brano "A Quiet Life" da parte di Blixa Bargeld. Come è nata e come si è sviluppata la collaborazione con il leader degli Einsturzende Neubauten?

T.T.: Avevamo già collaborato a teatro per "Ingiuria," un progetto che avevo realizzato qualche anno fa con la Socìetas Raffaello Sanzio. Ora sono appena rientrato da Berlino dove sto registrando un album intero con Blixa, un disco di canzoni, ma fatte a modo nostro. Uscirà il prossimo anno con i nostri nomi. Una questione di affinità che ci lega musicalmente. Considero i Neubauten uno dei nomi piú importanti della musica degli ultimi trent'anni, in una parola: fondamentali.

AAJ: Insieme a quello con le immagini un altro rapporto che contraddistingue la tua musica è quello con la parola. "Viaggio al termine della notte" di Celine con Elio Germano e Marina Bertoni sta avendo un grande successo. Quali sono le armi vincenti di questo spettacolo e come hai affrontato un testo così particolare come quello dello scrittore francese?

T.T.: Un lavoro di drammaturgia sonora che ingloba il testo nel suono della parola e lì si unisce alla musica. Si tratta di una lettura scenica in forma di concerto. È uno dei miei libri preferiti ed ho deciso di portarlo in scena perché sono molto interessato ad indagare la relazione che si può stabilire tra testo e suono.

AAJ: Teardo e il violoncello. Con Martina Bertoni, ossia il Modern Institute, vi è la contaminazione con l'elettronica. Con Erik Friedlander c'è il jazz (e molto altro). Senza dimenticare gli archi del Balanescu Quartet...

T.T.: Si tratta di una piacevole ossessione che rimane nei confini del piacere di esplorare le potenzialità di uno strumento che non suono ma che sento molto vicino per scrivere musica. Mi piace perché porta costantemente con sé un codice legato alla tradizione, un insieme di regole e provenienze che lo collocano nell'Olimpo degli strumenti, ma proprio per quello mi piace stanarlo con dei distorsori, registrandolo con un vecchio cellulare e portarlo in altri ambiti che non sono quelli classici a cui siamo abituati. In quello spostamento sempre in prossimità dei limiti, mi piace sentire lo scricchiolio nel pericolo di andare dove non si dovrebbe. Mi piace scrivere parti che il violoncello non riesce a suonare correttamente, lì si sente la tensione da cui ricavo spunti per la mia musica.

AAJ: Teardo e i suoi strumenti. Nasci come chitarrista/cantante e poi... Qual'è il tuo rapporto con gli strumenti che suoni e quale ti identifica maggiorment?

T.T.: Sono un chitarrista, ho cantato nei Meathead perché nessuno voleva farlo e così ho cominciato a stabilire un rapporto con il microfono e la mia voce. La chitarra rimane il mio ambito di appartenenza, ma poi l'ho allargato all'elettronica nel senso più ampio del termine.

AAJ: Hai fondato un etichetta, Specula Records, in un momento in cui il mercato discografico è in continua trasformazione, sempre più in affanno e sempre più "liquido"...

T.T.: Direi che il mercato discografico si è suicidato. Mi pareva il momento migliore per far nascere un'etichetta.

AAJ: Vieni definito Sound-Designer. Questa volta è lo spazio che ti circonda che interagisce con i tuoi pensieri?

T.T.: È nello spazio che viviamo ed un compositore, secondo me, dovrebbe tenerne conto. Parecchi anni fa Brian Eno aveva esteso le pratiche compositive allo studio di registrazione, estenderle allo spazio circostante mi pare una conseguenza necessaria per stabilire un rapporto con il mondo. Uno dei tanti possibili.

AAJ: In giugno a Roma hai tenuto un concerto con Wire, storico gruppo punk-rock inglese. Una sorta di ritorno alle origini? È una collaborazione che porterà ad una uscita discografica?

T.T.: Le origini, secondo me, non si trovano necessariamente indietro nel tempo, possono anche trovarsi, sotto forma di scoperta nel futuro dove potremmo trovare qualcosa in cui ci riconosciamo completamente.

Gli Wire per me hanno rappresentato moltissimo, ma soprattutto sono importanti ancora oggi: queste persone sono riuscite a metter su casa, fare una vita decorosa e mandare i figli all'università facendo solamente la musica che gli andava di fare. È una posizione talmente forte nelle mappe della musica che li rende necessari anche oggi e questo è un significato che va ben oltre la musica, ma si fonda sulla musica, la loro: unica, breve, spigolosa, minimale e destabilizzante. Con loro ho due collaborazioni in atto: un album con Graham Lewis che uscirà a fine anno per la mia etichetta ed inoltre ho suonato nel disco con Colin Newman e Malka Spigel che verrà pubblicato a settembre e che presenteremo dal vivo in anteprima assoluta con due concerti a Berlino e Tel Aviv a novembre.

AAJ: A quali progetti stai lavorando attualmente?

T.T.: Sto finendo un film e sto lavorando all'album con Blixa Bargel.

Foto di Alberto Baldassarri (la quinta).

Tags

Comments


PREVIOUS / NEXT




Support All About Jazz

Get the Jazz Near You newsletter All About Jazz has been a pillar of jazz since 1995, championing it as an art form and, more importantly, supporting the musicians who make it. Our enduring commitment has made "AAJ" one of the most culturally important websites of its kind, read by hundreds of thousands of fans, musicians and industry figures every month.

Go Ad Free!

To maintain our platform while developing new means to foster jazz discovery and connectivity, we need your help. You can become a sustaining member for as little as $20 and in return, we'll immediately hide those pesky ads plus provide access to future articles for a full year. This winning combination vastly improves your AAJ experience and allow us to vigorously build on the pioneering work we first started in 1995. So enjoy an ad-free AAJ experience and help us remain a positive beacon for jazz by making a donation today.

More

Popular

Read SFJAZZ Spring Concerts
Read Bob Schlesinger at Dazzle
Read Jazz em Agosto 2025
Read Sunday Best: A Netflix Documentary
Read Vivian Buczek at Ladies' Jazz Festival
Read Deconstructing Free Jazz

Get more of a good thing!

Our weekly newsletter highlights our top stories, our special offers, and upcoming jazz events near you.