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Stefano Bollani: I visionari

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Stefano Bollani: I visionari
Dopo aver a lungo rodato il gruppo in collaborazioni dal vivo, Stefano Bollani mette su CD il lavoro prodotto con il suo quintetto in questo “doppio” per la Label Bleu, che si propone come uno dei dischi più interessanti dell'annata.

Il lavoro rispecchia numerosi tratti caratteristici del suo autore: è eclettico, estroso, ironico e teatrale. Eclettico, perché riunisce brani assai diversi tra loro, alcuni molto ritmici e che richiamano le produzioni attuali d'area newyorchese (“Antichi insediamenti urbani”), altri più melodici e vicini alle produzioni nostrane ("Il fiore canta e poi svanisce", arricchita dalle improvvisazioni al violino di Mark Feldman), altri ancora di corale improvvisazione (le tre splendide "Visioni"), altri infine del tutto inaspettati e particolari, come la surreale versione di “Che cosa sono le nuvole”, cantata dallo stesso Bollani. Estroso, perché il lavoro avanza tra continue sorprese, realizzate sul piano musicale attraverso gli arrangiamenti e l'organizzazione del gruppo, che esaltano le qualità dei solisti e dello stesso pianista, sempre luminosamente presente nelle varie tracce. Ironico e teatrale, infine, perché anche in un disco assolutamente jazzistico - e sfidiamo eventuali critici a metterlo in dubbio - non rinuncia alla sua verve extramusicale, inserendo divertissement come "Quando la morte verrà a prendermi" e "Sardità", la prima una filastrocca popolare reiterata, la seconda una "falsa" canzone in sardo maccheronico, che cita Zedda Piras (la principale marca isolana di liquore al mirto) e Paolo Fresu come "simboli" della Sardegna, e che viene "benedetta" da un'assolo dello stesso Fresu, presente come ospite.

Da queste - peraltro ben note - qualità del pianista e compositore, ma anche da quelle messe in scena dai suoi partner, viene fuori un lavoro di grande spessore. Spiccano i due fiati, i clarinetti di Nico Gori e i sassofoni di Mirko Guerrini. Il primo è in evidenza soprattuto al clarone, ma in “Antichi insediamenti urbani” anche al clarinetto in si bemolle mette in luce un'impressionante e libera agilità che ricorda Don Byron; il secondo ha un lucente suono al soprano (splendida l’interpretazione di “Visione numero due”) e una voce di tenore che è raro ascoltare in Italia, per niente muscolare e di intensa espressività.

Ma eccellente è anche la sezione ritmica, con Calcagnile efficacissimo alla batteria nelle parti più libere e Ferruccio Spinetti bravo a ritagliarsi spazi per il suo contrabbasso - su tutti, l'"Intro" del secondo disco. Una menzione a parte per gli ospiti: oltre Fresu, il già citato Feldman non ha bisogno di parole e valorizza da par suo le poche tracce in cui compare, e Petra Magoni, che interpreta originalmente la versione in duo con Bollani di "Mamma mia dammi cento lire" e la stralunata “Per scordarti di me”.

Di Bollani, che dire? Ne conosciamo bene le doti pianistiche, che qui mette a frutto senza risparmio, ma anche senza sottrarsi al servizio del collettivo (esemplare il suo ruolo in “Antichi insediamenti urbani”), e che libera nei momenti di protagonismo che si riserva (il brano vocale in solitudine, i duetti con la Magoni, la solitaria “Alone Togheter”). Ma qui, il pianista lascia soprattutto spazio al compositore e al bandleader. Con risultati del tutto eccellenti.

Personnel

Album information

Title: I Visionari | Year Released: 2006 | Record Label: Label Bleu


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