Remy Le Boeuf: Heartland Radio

Nel 2022 Remy Le Boeuf s'è trasferito da New York a Denver per dirigere il dipartimento "Jazz and Commercial Studies" presso la Lamont School of Music della locale università.
La colonna sonora di quel lungo viaggio in autostrada è stata la musica delle radio che alternavano pop, rock, rhythm & blues, country, dance ed altro. "Non c'è molto jazz in mezzo al Paese" ha ricordato l'orchestratore e sassofonista ma la musica di quest'album (che riflette le emozioni di quell'itinerario) colma la lacuna.
Le coordinate dell'orchestrazione mainstream continuano a impregnare la musica di LeBoeuf, anche se in forme meno ambiziose rispetto al magistrale debutto di cinque anni fa con Assembly of Shadows e del più recente Architecture Of Storms. Al posto di sofisticate composizioni come l'omonima suite del primo disco troviamo sette brani in un accattivante mix di delicate venature pop o soul, riferimenti indie rock, ritmi coinvolgenti e radiose melodie.
In questa sintesi tra ricercate trame orchestrali che ricordano Maria Schneider e la freschezza di ritmi e melodie pop, l'album è pienamente riuscito.

I brani jazzisticamente più interessanti sono "Golden Handcuffs" e "Little Song." Nel primo brano ricercate orchestrazioni sostengono l'intensa relazione tra il trombettista Philip Dizack e lo stesso Le Bouef al contralto. Nel secondo è ancora il sax di quest'ultimo a primeggiare di fonte all'opulenza orchestrale.
Tra gli altri brani ricordiamo il lirico omaggio al compianto Roy Hargrove affidato al flicorno di Mike Rodriguez in "New Beginnings" e la folk ballad "Barbara" cantata da Julia Easterlin su testo della poetessa Sara Pirkle. Un omaggio alla scultrice Barbara Holmes, autrice dell'opera raffigurata in copertina.

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