Jean-Paul Brodbeck: Hang on Hippie

Più che al periodo hippie evocato nel titolo dell'album, questa musica fa pensare agli yuppies degli anni ottanta e novanta: ci troviamo infatti ad ascoltare un discreto jazz elettrico venato di fusion, senza troppi scossoni, con una ritmica competente e assennata e solisti che sanno il fatto loro. Manca forse un pizzico di sale a livello progettuale, manca il sacro fuoco che accende gli sguardi e indica la direzione per il futuro.

Alla fine ci rimane fra le dita una musica un po' impalpabile, ben eseguita, ma derivativa e quasi mai in grado di innestare le marce alte. Il percorso scelto è poco ondulato e il viaggio risulta essere prevedibile. In questo contesto il leader risulta più interessante al piano elettrico, strumento che gli consente di essere più frizzante e incisivo. Ma ci vuole ben altro per far decollare l'astronave.

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