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Giorgio Lombardi - Hot Jazz
Bydi Giorgio Lombardi
Daniela Piazza Editore, Torino 2012
Pag. 421; euro 28.
Pubblicato per la prima volta nel 1993 per le edizioni De Rubeis col titolo New Orleans, Chicago New York, il testo di Giorgio Lombardi è stato negli anni ampliato e aggiornato, diventando un classico nella letteratura jazzistica: il più autorevole e completo studio edito in lingua italiana sul jazz tradizionale.
Tra il 2003 e il 2005 la stessa casa editrice Piazza aveva pubblicato una nuova edizione dell'opera in due volumi (col titolo Hot Jazz), caratterizzata da significativi ampliamenti e corredata da CD.
Oggi il testo è stato ristampato in un volume unico e in edizione economica, priva dei due CD (oggi reperibili presso [email protected]) più elisioni di vari elenchi e appendici che non incidono sul contenuto dell'opera. C'è stato comunque qualche aggiornamento, soprattutto nei due capitoli conclusivi dedicati al New Orleans e al Dixieland Revival e l'inclusione di una concisa ma completa appendice discografica.
Leggere il volume di Lombardi, ben noto come uno dei massimi studiosi in materia, è un'esperienza appagante sia per i neofiti che per gli esperti: l'analisi storica e quella critica vengono espresse da uno stile di scrittura chiaro, in una ricerca minuziosa che tiene conto degli studi più recenti sul jazz tradizionale.
Lo sviluppo storico ed i protagonisti del jazz d'anteguerra sono delineati con acume critico, toccando sia momenti artisticamente significativi che quelli commerciali. È il caso, ad esempio, del capitolo su Louis Armstrong ("Sono ancora in molti - scrive Lombardi - quelli che considerano Armstrong come una specie di divinità alla quale va perdonato tutto quello che di brutto ha fatto, in forza degli indiscussi capolavori che ci ha lasciato. La qual cosa non è assolutamente giusta e non aiuta certo i giovani fans ad orientarsi a secernere il cattivo, che nella produzione di Satchmo è di gran lunga prevalente sul buono").
Il percorso analizzato parte dal ragtime, analizza il jazz di New Orleans, le scuole di Chicago e New York, i movimenti di revival per concludersi con i protagonisti oggi più interessati alla sintesi con le radici: Bob Wilber, Kenny Davern, Wynton Marsalis e altri.
Nelle pagine riguardanti il trombettista di New Orleans, contrapponendosi al sentimento di freddezza critica nei suoi confronti, l'autore ne sottilinea l'indiscussa perizia tecnica ma anche gli aspetti emotivi e il sincero coinvolgimento nella tradizione.
Un testo indispensabile, che rafforza la consapevolezza del jazz come fenomeno organico, con una tradizione sempre viva. Un patrimonio in continuo arricchimento, da conoscere e valorizzare.
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