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Sam Gendel: Fresh Bread

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Sam Gendel: Fresh Bread
Dare vita a un disco di 52 tracce realizzate nel corso di otto anni, mettendo insieme registrazioni casalinghe e pezzi registrati dal vivo che attraversano vari generi e stili compositivi per oltre tre ore di musica. Potrebbe sembrare una follia nell'epoca della realtà istantanea in cui tutto accade ora e subito ed è destinato a durare pochi secondi o al massimo 280 caratteri.

Se però in cabina di regia c'è un genio del calibro di Sam Gendel, l'operazione acquista tutt'altro significato: più che un disco, Fresh Bread ha i contorni instabili di un archivio antologico di tracce incompiute, non nel senso che soffrono di una mancanza, ma in quanto non hanno inizio né fine, rappresentano un flusso perpetuo di sonorità che trascende le stesse concezioni di tempo e di spazio.

Basta premere Play per rendersi conto che, come nella precedente opera Satin Doll, ancora una volta Gendel ci invita a entrare nel suo regno delle meraviglie fatto di stralunati giochi di destrutturazioni melodiche e di labirintiche tecniche compositive che vedono i suoni passare attraverso varie stratificazioni di effetti quali riverberi, emulazioni synth e chorus acuti prima di giungere alle nostre orecchie,

Occorre però essere chiari su un punto: queste "canzoni," se così possiamo definirle, sono straordinarie. Gendel dimostra un talento compositivo e immaginativo tale da riuscire a trasformare in emozioni dei semplicissimi loop di sax o di chitarra, a tratti combinati alla voce, alle percussioni, ai bassi elettrici e a ondate di suoni digitali e di Nintendo sounds che danno l'effetto di affinare una certa atmosfera o, in altri casi, di stravolgerla, creando un ipnotico effetto di straniamento. Tradurre l'immaginazione in suoni è un'arte a cui pochi esseri umani possono aspirare, e Sam Gendel è sicuramente uno di questi.

Proprio il concetto di atmosfera è la chiave di lettura principale (forse l'unica possibile) di Fresh Bread: stasi oniriche ("Eternal Loop") si alternano a pulsioni tribali ("Infant Eyes"), a flussi di silenzi difettivi ("Miss u Sonny), a incandescenze R&B ("Cruzin Wit"). E, ancora, c'è spazio per le progressioni metafisiche di spiritual e free-jazz che ricordano il primo Pharoah Sanders (in particolare "Sometimes I Feel So Good" sembra la reprise di "The Creator Has a Masterplan") e per sonate crepuscolari che giocano sulla dualità rumore-melodia e sull'alienità di certi suoni ("Macaw" e "Wo Ee O").

L'ascolto non è certamente scorrevole, i vuoti concettuali e di coerenza dei paesaggi sonori sono a tratti profondi, ma in sostanza Fresh Bread va attraversato come il soundscape di una mostra in un museo d'arte contemporanea: mettendo da parte l'esigenza di senso e limitandosi a vivere un'esperienza meditativa in cui le emozioni contano più della logica e del significato.

Album della settimana.

Track Listing

Eternal Loop; Waraku3; Junk Theem; Alto Voices; Shrimpo; Miss U Sonny; Cruzin Wit; Misty; Lilriffriff; Transparent Background; They B All Like; Infant Eyes (Live In Japan); Wwaasshh; P&P; Roomba; Nara Deer; Shells, Tube and Guitar; Satin Doll (Live Online); Sometimes I Feel So Good; Himalayan Salt Add; 06_Tape_Tiger; Semi-Silent Way: Iguana Queen; Iguana King; Steel String; Mourning Dove; Oriental Folk Song; Impressions Blues; When I Am Laid In Earf; Ugly Beauty; Waraku2 4:02; 干し芋; Godblessthechild; Acordeón; Broke Stick:Sloth; Wo Ee O; Taxi; Macaw; Bird Of Paradise; Skip; Sustain; Fractl; Twinkle Toes; No. 5; Unforgettable Riff; Rep; Drunken Squeezebox; Coyotes; Champs Elysées; Homestlys; LilRaffRaff.

Personnel

Sam Gendel
saxophone
Daniel Aged
bass, electric
Gabe Noel
bass, electric
Carlos Niño
percussion

Album information

Title: Fresh Bread | Year Released: 2021 | Record Label: Leaving Records


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