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Matt Ulery's Loom/Large: Festival
ByFestival, suddiviso in tre parti o meglio movimenti, è una sorta di festa stilistica, ricco di intelligente dinamica e capace di cavalcare ipotesi di suono in qualche modo storico e coreografie sonore proprie dell'immenso universo molto americano che pesca a piene mani nei riferimenti dell'american jazz più puro, nell'estetica folk e nello sperimentalismo.
Un lavoro immaginifico e sorprendente per toni e colori impiegati, capace di celebrare la profonda e intelligente creatività del suo primo artefice. Sicuramente anticonvenzionale per il tempo "artistico" che stiamo attraversando, Festival pone finalmente e di diritto il nome di Ulery all'attenzione del mondo jazzistico contemporaneo. Fa piacere sottolineare come, ancora una volta, sia un progetto chicagoano a mostrare il cammino. Un piccolo, bellissimo tesoro ricco di perle compositive e di tessiture armoniche di assoluta qualità espressiva. Nell'ensemble spiccano davvero ancora una volta il nome dell'astro nascente Greg Ward al contralto e quelli di Russ Johnson alla tromba, di Rob Clearfield alle tastiere e del primo violino Zach Brock.
Tredici brani tutti filanti e cantabili. Lirismo e poesia al servizio di una sorta di modernissimo mix di jazz, musica da camera, pop, minimalismo e folk come di rado si ascolta, almeno così assemblato. Niente sofisticazione... tutto diretto, cosa possibile quando a fare musica viene chiamato un musicista reattivo e sensibile. E la sorpresa aumenta mano a mano che si snocciolano i brani del lavoro sino a dare la sensazione di una sorta di collezione di suono moderno totale in mano a quella che (si ascoltino a questo riguardo gli ultimi cinque brani del variegato disco) sembra un'orchestra collegata a filo doppio con la tradizione di New Orleans. Per certi versi enciclopedico, Festival è sicuramente uno degli album più interessanti dell'intera annata che può piacere ad ogni ascolto di più. E ci intrigano di più le parole di Ulery che, in una recentissima intervista prima di un concerto di presentazione di questo lavoro, alla domanda sul che cosa ci sarebbe stato dietro l'angolo dopo un lavoro del genere, risponde seraficamente "ah beh... una cosa completamente diversa ovviamente!"
Signore e signori, Matt Ulery. Buon ascolto.
Track Listing
The Peacocks; Hubble; Middle West; Hymnody; A Family, A Fair; Canopy; Ethery; Ecliptic; The Silence Is Holding; Depth of Winter; Horseshoe; Constituant; Slow It Down.
Personnel
Matt Ulery
bass, acousticMatt Ulery: contrabbasso, tuba; Rob Clearfield: pianoforte, organo; Jon Deitemyer: batteria; Geof Bradfield: clarinetti; Greg Ward: sassofono (contralto); Tim Haldeman: sassofono (tenore); Mark Hiebert: sassofono (baritono); Russ Johnson, James Davis, Chad McCullough: tromba; Steve Duncan: trombone; Chris Davis: trombone basso; Zach Brock: primo violino; Yvonne Lam, Aurelien Pederzoli, Dominic Johnson: violini.
Album information
Title: Festival | Year Released: 2016 | Record Label: Self Produced
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Emanem Tidies Up
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About Matt Ulery
Instrument: Bass, acoustic
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