Federico Ughi Quartet: Federico Ughi Quartet

Questa nuova uscita per FMR testimonia le doti di compositore del leader, ci permette di fare conoscenza con una formazione di tutto rispetto e di apprezzare una musica ben organizzata, calata nella contemporaneità e con più di un riferimento alle passioni musicali di Ughi. Perché se avete amato e continuate ad amare lo storico quartetto di Ornette Coleman con Don Cherry questo è l'album che fa per voi. Nessun omaggio esplicito alla rivoluzionaria formazione e nessuna versione più o meno fedele dei suoi brani più famosi, sia ben chiaro. Semplicemente, si fa per dire, un approccio al materiale tematico svincolato da qualsiasi cliché ed una palpabile, costruttiva tensione tra scrittura e libera improvvisazione.

Il tutto nella cornice di uno spazio fisico in continuo ri-modellamento, con i contorni di volta in volta definiti dalle geometriche pulsazioni della batteria e da quelle elastiche, con incursioni cameristiche, del contrabbasso. All'interno gli impasti tra i due fiati creano meraviglie e, ben lungi da una funzione meramente coloristica e riempitiva, reagiscono con straordinaria intensità agli stimoli di volta in volta suggeriti dal resto del gruppo. Accanto a trame rarefatte, a retaggi della tradizione popolare, ad atmosfere permeate di una discreta allure eurocolta, alla ricerca timbrica militante dell'avanguardia newyorchese compaiono delle piacevoli anomalie. La melodia assassina di "Circled Square," per esempio, ti fa benedire la funzione repeat del lettore CD, ed il tempo sghembo, scherzoso garbatamente irriverente di "Second Day Syndrome" esalta la dimensione ludica di una musica difficile da scrollarsi di dosso.

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