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Emanuele Parrini Quartet

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La Prova
Firenze
03.04.2014

A distanza di un paio d'anni da un primo giro di concerti per sperimentare la formazione, il quartetto che il violinista Emanuele Parrini ha composto riunendo musicisti con i quali collabora da tempo in contesti diversi quali l'altosassofonista Dimitri Grechi Espinoza, il contrabbassista Giovanni Maier e il batterista Andrea Melani, è tornato a esibirsi dal vivo in una mini tournée.

Il concerto fiorentino era semi privato e a invito, in un suggestivo e raccolto locale in Oltrarno, nei pressi dello storico Teatro Goldoni, e si è sviluppato per la quasi totalità in forma di lunga suite (dedicata ad Amiri Baraka, con il quale Parrini ed Espinoza hanno collaborato con il Dinamitri Jazz Folklore), includente brani perlopiù del violinista—alcuni ripresi dal recente e splendido lavoro in solitudine, Viaggio al centro del violino—ma anche di Maier.

Fin dall'avvio—una introduzione con intenso assolo di violino, libero ed espressivo—il gruppo si è spesso smembrato in parti, ricomponendosi in differenti duetti e trii, dando a tutti occasioni per suonare in solitudine. Così, nella seconda parte della suite è spettato a Maier introdurre con un solo di contrabbasso il successivo dialogo del violino con il sax, al quale era poi affidato un solo fraseggiato e—cosa atipica per Espinoza— dall'eleganza un po' compassata.

Il concerto è andato avanti per circa un'ora mostrando nella parte successiva un costante dialogo tra violino, contrabbasso e sax, su toni bassi e tempi lenti, molto scritto ma eseguito come se fosse del tutto improvvisato; quindi una parte di raccordo, lirica ma ancora meditativa, che innescava un tema ritmico sempre libero ma frammentato, stavolta su tempi veloci e con un marcato apporto da parte della batteria di Melani, altrove impegnato in prevalenza a pennellare ritmicamente.

Fortissimo per tutto il concerto il pathos espressivo—cosa che non stupisce conoscendo i protagonisti—accresciuto dalla situazione ambientale estremamente particolare e coinvolgente (chi scrive distava non più di mezzo metro dalle corde del contrabbasso); ma in particolare è emersa la coerenza e compattezza di un intenso discorso drammaturgico, perfettamente interpretato dai quattro splendidi musicisti. Una musica matura e "importante," della quale i quattro sono parsi molto soddisfatti, pur nella consapevolezza degli ulteriori margini di perfezionamento.

Solo un paio di giorni dopo, alla fine del tour che l'ha visto di scena anche a Siena e Livorno, il quartetto, nello stesso luogo, ha registrato il suo primo album. Vista la qualità della musica espressa dal vivo, lo aspettiamo con trepida attesa.

Foto (di repertorio)
Claudio Casanova.

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