Davide Scagno: Countdown

La cifra è quella di un jazz meditato, venato di classicismo e non privo di una sua espressività narrativa ("Walking in New York," "Intervista a Cappuccetto Rosso"). Scagno palesa qualche debito con il primo Jarrett (del quale del resto si dice debitore anche quanto a fascinazione giovanile per il jazz), ma il suo è un buon modo di "rubare" per mettere a frutto in un contesto del tutto personale.

Abile nel variare dinamica e tempi, fantasioso nel pescare e rielaborare forme dall'universo classico, Scagno propone brani tutti originali e tutti di notevole qualità. Vi spiccano la traccia d'apertura, di grande impatto emotivo e nella quale il pianista fa sfoggio di una eccellente personalità alla tastiera, e "Afrogigarock," originalissima composizione che fonde molteplici stili e la cui esecuzione è anche un pezzo di bravura. Ma anche la lunga e narrativa "The Land," con il suo intenso finale, merita una menzione.

Ottimo lavoro di un artista notevole, ennesima personalità di valore nascosta tra le pieghe di un Paese e di un mondo dello spettacolo capaci di guardare solo là dove illuminano gli spot.

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