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Claudio Cojaniz: lirismo blues in tre scenari

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Ha compiuto settant'anni lo scorso anno, Claudio Cojaniz, pianista tornato nel natio Friuli dopo qualche anno di residenza in terra di Calabria e che prosegue in una produzione prolifica e diversificata. Lasciato alle spalle l'intenso lavoro su Thelonious Monk e contenuto il furore espressivo che aveva caratterizzato una parte della propria attività artistica, Cojaniz ha sviluppato quanto lasciatogli da quel periodo in composizioni malinconicamente liriche, dai toni vivaci ma misurati, immancabilmente striate di blues, interpretate pariteticamente in dialogo con musicisti selezionati per qualità artistica e —soprattutto —umana.

In questo articolo prendiamo in esame i suoi ultimi tre lavori, datati rispettivamente 2019, 2021 e 2023, che lo vedono in altrettante formazioni diverse sia numericamente che per selezione dei compagni, che ben rappresentano l'attuale fase artistica del pianista.

Claudio Cojaniz, Franco Feruglio
Blue Question (For M&M)
Caligola
2019

Il primo lavoro vede Cojaniz in duo con il contrabbassista Franco Feruglio: si tratta in buona sostanza della prosecuzione di Blue Africa, album che i due avevano pubblicato nel 2013, sempre per Caligola. Dedicato esplicitamente a Maurizio Calcaterra e Mario Multari, appassionati e organizzatori di jazz calabresi troppo presto scomparsi, il disco vive della splendida intesa tra i due musicisti: i sette brani, tutti composti da Cojaniz, vedono un costante dialogo tra pianoforte e contrabbasso, con le note ora percussive, ora scintillanti del primo che chiamano le interlocuzioni del secondo, spesso magistralmente suonato da Feruglio anche con l'archetto.

Tale carattere del lavoro emerge fin dal primo, lirico e meditativo brano, "Notre Maison Verte," aperto proprio dal contrabbasso e poi sviluppato in continuo contrappunto, e si conferma sia nel successivo "Amis," come l'intero album dedicato a Calcaterra e Multari, sia in "Insomnia," dove la narrazione è più spedita e danzante, pur restando liricamente malinconica. "Le Rois de la Nuit" è invece un brano più articolato e mutevole: si apre con uno scenario drammatico, accentuato dal lavoro all'archetto di Feruglio, ma poi muta ripetutamente clima, lasciando spesso a ciascuno dei due protagonisti spazi di libera espressività, per poi concludersi lirico in duetto. Qualcosa di simile avviene anche nel conclusivo "H Blues," al centro del quale troviamo un lungo ed entusiasmante solo di Feruglio, che si inserisce tra i frequenti cambiamenti di scena.

Pur nei suoi toni pacati e soffusi, Blue Question è un album estremamente articolato e, soprattutto, suonato in modo sopraffino.

Claudio Cojaniz
Orfani
Caligola
2021

Ancora collaboratori di lungo corso affiancano Cojaniz nel secondo disco, Orfani: vi troviamo infatti la ritmica con cui il pianista ha registrato vari lavori in trio e in quintetto, vale a dire Alessandro Turchet al contrabbasso e Luca Colussi alla batteria, ai quali si aggiungono le percussioni di Luca Grizzo, anch'egli più volte collaboratore del pianista.

Il lavoro, articolato su sette composizioni originali, parte con grande forza: "Bozo" è una semplice traccia attorno alla quale i quattro si muovono con una certa libertà, ora alternandosi, ora apportando accenti e colori alla voce dominante, così da produrre un entusiasmante intreccio di suoni, dominato dal contrabbasso di Turchet e dalle invenzioni di Grizzo, ma anche cadenzato dal cangiante drumming di Colussi. Il prosieguo, un po' meno sorprendente, è un susseguirsi di narrazioni del pianoforte, nelle quali si colgono citazioni ora jazzistiche (Paul Bley e Carla Bley), ora classiche (qualche eco mahleriana), sempre comunque costruite in stretta interazione con i compagni, autori di raffinati interventi, con Turchet che si prende quasi ovunque spazi solistici —per esempio in "Winter" —o in contrappunto con il piano —come in "Fumoir."

Disco singolare nella sua immediatezza, Orfani vive della complessità timbrica e dei contrasti che le diverse voci manifestano all'interno del procedere sostanzialmente narrativo dei brani.

Claudio Cojaniz
Black
Caligola
2023

L'ultimo CD vede il pianista di S. Giorgio di Nogaro dar vita a un inedito trio, affiancato da Mattia Magatelli al contrabbasso e Carmelo Graceffa alla batteria. Anche in questo caso i nove brani in programma sono tutti della penna di Cojaniz e si incentrano su un narrativo lirismo, spesso venato di blues e di colori africani —come nella bella "Mon amour "A.," che richiama temi di Abdullah Ibrahim, e in "Umphemulo Wase -Africa," di chiara ispirazione sudafricana. Più che negli altri due lavori, però, domina la tastiera del leader, per quanto ben coadiuvata dal lavoro dei due compagni —con Magatelli, in particolare, che spesso dialoga direttamente con il piano —come accade per esempio al centro di "Attese" —o si prende spazi d'assolo —per esempio in "Red Line."

Non mancano tuttavia situazioni diverse: "Martin Fierro" è un brano composito, aperto da un lungo solo del contrabbasso e che nel seguito cambia ripetutamente le atmosfere, spesso costellate di citazioni; "Duende" si avvia con un sofisticato solo di Graceffa, tra rumori e ritmi, che lascia spazio a un non meno elegante duetto con Magatelli, tre minuti di preparazione per l'ingresso del pianoforte che prima sviluppa il proprio percorso narrativo, poi ritrova il contrabbasso per un breve duetto, infine chiude il brano con una lapidaria citazione ornettiana.

In conclusione, il trittico ci mostra l'immagine di un Cojaniz chiaramente diverso da un tempo, più malinconico e meno spigoloso, più rilassato e fascinoso, ma come in passato visceralmente legato al blues, ricco di invenzioni alla tastiera e capace di valorizzare come pochi pianisti i propri compagni di avventure.

Liste dei brani e musicisti

Blue Question

Brani: Notre Maison Verte; Amis (pour M&M); Les Rois de la Nuit; Cracking; Insomnia; Blue Question; H Blues.

Musicisti: Claudio Cojaniz: pianoforte; Franco Feruglio: contrabbasso.

Orfani

Brani: Bozo; Blues dans la nuit; Mokoba; Winter; Orphans; Fumoir; Papaveri gialli.

Musicisti: Claudio Cojaniz: pianoforte; Alessandro Turchet: contrabbasso; Luca Colussi: batteria; Luca Grizzo: percussioni.

Black

Brani: Jardin des pluies; Martin Fierro; Attesa; Mon amour "A."; Umphemulo Wase -Africa; Red Line; Duende; Ola de fuerza.

Musicisti: Claudio Cojaniz: pianoforte; Mattia Magatelli: contrabbasso; Carmelo Graceffa: Batteria

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