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Bugge Wesseltoft: dieci anni di Jazzland e New Conception of Jazz
ByIniziando ad ascoltare musica elettronica, verso la fine degli anni ottanta, ho avuto l'idea di fare qualcosa che mettesse insieme il mio background jazz con quella musica, perché trovavo molte similitudini nel modo di pensare la musica
In occasione dell'uscita del suo primo album in solo, IM - dedicato all'esplorazione del pianoforte - lo abbiamo intervistato, e ci siamo fatti raccontare questi dieci anni.
All About Jazz: Partirei dalle origini, andando al 1997: al tempo avevi già realizzato alcuni album da solo e con Sidsel Endresen, ma qual' era il tuo background? Avevi a che fare con il mondo dei dj? Come è nata questa voglia di reinventare il jazz con i New Conception of Jazz?
Bugge Wesseltoft: Non sono un DJ e non lo sono mai stato, ma iniziando ad ascoltare musica elettronica, verso la fine degli anni ottanta, ho avuto l'idea di fare qualcosa che mettesse insieme il mio background jazz con quella musica, perché trovavo molte similitudini nel modo di pensare la musica.
A.A.J.: E la tua formazione principale, "New Conception of Jazz", come è nata?
B.W.: Volevo ottenere qualcosa che affiancasse in modo organico l'improvvisazione jazz con i ritmi e i suoni della musica elettronica.
A.A.J.: In contemporanea al primo album New Conception of Jazz uscì Khmer, di un altro padre fondatore del Nu Jazz come Nils Petter Molvaer. Come hai vissuto la cosa? C'era rivalità, complicità, o cos'altro?
B.W.: In quel momento a Oslo c'era un collettivo di persone tra le quali Nils Petter, Eivind Aarset, Audun Kleive ed io, tutti impegnati in progetti paralleli. Non c'era rivalità, ma complicità!
A.A.J.: Dove fonda le radici la tua musica, da dove trae ispirazione?
B.W.: Io provengo dal jazz perché mio padre è un chitarrista jazz. L'improvvisazione musicale costituisce il mio interesse principale. Comunque il jazz ha sempre tratto ispirazione da fonti diverse. Musica gitana, latina, rock, funk, contemporanea, world music, e anche elettronica. Ritengo che tante ispirazioni abbiano permesso al jazz di evolvere ed essere sempre nuovo.
A.A.J.: Quali sono i tuoi punti di riferimento? Ti ispiri a qualcuno in particolare (non necessariamente jazz)?
B.W.: Hm... ci sono stati diversi punti di riferimento nella mia vita... ma certamente quello fondamentale è stato ascoltare e suonare musica con grandi musicisti.
Per quanto riguarda gli ascolti: Miles Davis, Pierre Henry, Jan Garbarek, Carl Craig, Maurizio [musicista tedesco che opera nel mondo della musica elettronica e incide per la "Basic Channel", N.d.R.]
A.A.J.: Che componente ha l'improvvisazione nella tua musica?
B.W.: È la parte più importante nella mia musica. Il jazz è una forma d'arte unica nel suo genere, in cui gli ascoltatori sperimentano qualcosa che non hanno mai sentito prima né ascolteranno di nuovo.
In questo momento la musica è tutto per me!
A.A.J.: Che componente ha l'elettronica nella tua musica? Le tue composizioni nascono al computer, o improvvisi e componi alla tastiera?
B.W.: Utilizzo gli strumenti elettronici come mezzi d'improvvisazione. I dispositivi elettronici mi danno la possibilità di creare suoni che non sarebbe possibile fare in modo acustico. E il mix tra i due suoni, acustico ed elettronico, è per me estremamente affascinante.
A.A.J.: Quale ritieni essere la tua principale abilità o qualità (arrangiamento, scrittura, improvvisazione, ecc.)?
B.W.: Riesco al meglio suonando dal vivo e improvvisando.
A.A.J.: E il peggior difetto? Se ritieni di averne.
B.W.: Hm… sono troppo pigro: provo troppo poco.
A.A.J.: Veniamo al tuo ultimo disco IM. Dopo dieci anni di dischi collettivi hai deciso di fare un album più intimo e solitario, come mai?
B.W.: Le ragioni principali sono due: volevo mettere in risalto il suono del piano, che amo molto, esplorando con esso tutte le possibili vie.
E volevo uscire un po' dal sovraffollamento dello stile "beat", facendo per una volta qualcosa di più tranquillo.
A.A.J.: Ascoltandolo ho pensato che lo avresti potuto intitolare "New Conception of Piano Jazz" perché con IM stai dando nuovo linfa al piano solo nel jazz. Sei d'accordo?
B.W.: Hehe [ride N.d.R.]. Grazie. Ma non saprei... io cerco solo di realizzare le idee che mi vengono. Non è così importante che sia rivoluzionario o meno. In ogni modo è molto importante per me cercare di creare uno stile personale.
A.A.J.: Anche questa volta, come 10 anni fa, un altro grande della tradizione sperimentale norvegese, Jon Balke, esce in contemporanea con il primo disco in piano solo, Book of Velocities e anche questo per la ECM, come Khmer. Ci avevi fatto caso?
B.W.: Certamente. È stato un caso. Abbiamo lavorato entrambi per un po' di tempo su materiale per piano "solo", ma credo che lui abbia iniziato prima di me.
A.A.J.: Ci spieghi il significato della parola IM?
B.W.: Con IM ho cercato di trovare una parola per lo "stato mentale" in cui si va quando ci si dedica all'ascolto della musica, alla lettura di un buon libro o alla visione di un film. La tipica situazione in cui dimentichiamo quello che c'è attorno a noi...
A.A.J.: Da cosa trae origine l'interessamento per le guerre in Africa presente in IM?
B.W.: Ho ascoltato un'intervista a una donna congolese alla BBC e sono rimasto veramente sconvolto dalla sua situazione e da quella di molte donne in Congo. Questa guerra è una catastrofe dimenticata con oltre quattro milioni di persone uccise negli ultimi anni. Sino ad ora sono state eliminate centinaia di migliaia di donne con stupri in massa e rapimenti da parte delle milizie, sostenute dal presidente per creare caos in un paese totalmente corrotto. È spaventoso!
A.A.J.: In un disco così, giocato sull'esplorazione del pianoforte, e tanto intimo, come è nata l'idea di inserire un brano cantato da Marie Boine?
B.W.: Conosco Marie da molti anni e ho sempre amato la sua voce e la sua forte presenza. Per me è stato un grande piacere che lei cantasse in uno dei brani.
A.A.J.: Farai un tour per promuovere l'album? Verrai anche in Italia?
B.W.: Sto già facendo dei tour di promozione e spero di venire in Italia nel corso di quest'anno.
A.A.J.: Quest'anno la Jazzland compie dieci anni: festeggerete (o avete festeggiato) in qualche modo l'evento?
B.W.: Abbiamo celebrato l'evento mettendo insieme un progetto, "Jazzland Community", cui hanno preso parte alcuni artisti [Sidsel Endresen, Eivind Aarset, Håkon Kornstad e altri, N.d.R.].
Abbiamo fatto un tour in Germania e Norvegia nel 2006 e abbiamo anche realizzato un disco dal vivo [dal titolo omonimo], uscito nel giugno 2007.
A.A.J.: Puoi raccontarci come è nata la Jazzland e quali sono stati i momenti salienti di questi dieci anni?
B.W.: Jazzland è stata creata allo scopo di presentare la mia musica e quella dei miei amici e di avvicinare il jazz alla musica elettronica.
Negli anni i risultati più importanti sono stati alcuni album veramente buoni e il sostegno da parte del nostro pubblico in tutto il mondo. Penso che siamo riusciti a fare qualcosa di speciale.
A.A.J.: In 10 anni tante conferme (John Eberson, Eivind Aarset, Sidsel Endresen, Audun Kleive), ma soprattutto tante scoperte e promozioni di nuovi talenti (Wibutee, Kornstad, Atomic, ecc.). Cosa dobbiamo aspettarci dal 2008? puoi annunciarci qualche nuova uscita? E guardando oltre il 2008?
B.W.: Nella musica ci sono tanti nuovi talenti che vengono fuori con idee fresche. Spero di essere capace di farli conoscere. Tuttavia nell'industria discografica stiamo affrontando un periodo difficile perché molti negozi che proponevano buona musica stanno chiudendo. Il Web rappresenta il futuro. Ho venduto la musica di Jazzland su www.buggesroom.com per circa un anno con ottimi risultati! Nel corso di quest'anno pubblicherò una nuova pagina dedicata ad altre etichette e a musica di qualità.
A.A.J.: Di tutti i dischi prodotti dalla Jazzland quale ritieni essere stato la scommessa più difficile? A me viene in mente Iceman is, di Terjie Isungset: che ne dici?
B.W.: Hmmm... Secondo me è stato il mio primo album, New Conception of Jazz, del '96. Ho passato due anni a prepararlo e a studiare come realizzarlo.
A.A.J.: Che caratteristiche devono avere i progetti affinché tu sia interessato a produrli? C'è un denominatore comune tra loro?
B.W.: Per me è sempre più importante il talento musicale. È la componente indispensabile per essere in grado di creare musica di rilievo. La seconda cosa è l'apertura verso le diverse forme di musica e arte.
Essere capaci di migliorare e progredire costantemente.
A.A.J.: C'è qualche talento molto giovane che ti senti di segnalare? Se sì, produrrai qualcosa di suo?
B.W.: Ci sono così tanti grandi talenti! Una nuova generazione di norvegesi come: Puma - Peloton - Motif - Ola Kvernberg
In Francia Rafaliro; in Spagna Francesco Tristano; in Cina 718 - B6; in Turchia Orient Expressio, Mercan Dede and Tribe oppure Babazula; in Serbia: Coxless Pair.
E molti altri...
A.A.J.: Ti senti più produttore o più musicista?
B.W.: Sono prima di tutto un musicista. Faccio il produttore perché non posso viaggiare e fare concerti quanto vorrei a causa della famiglia.
Comunque mi piace fare il produttore e se possibile aiutare nuovi talenti a emergere.
A.A.J.: Hai progetti futuri?
B.W.: Continuerò con il progetto in piano solo ancora per un po', ma poi vorrei dar vita a un'evoluzione di New Conception of Jazz. Forse in due versioni: una acustica e una elettronica.
A.A.J.: C'è una domanda che non ti hanno mai fatto a cui vorresti rispondere?
B.W.: Hm... direi di no.
A.A.J.: E una che ti fanno sempre e non ne puoi più di rispondere?
B.W.: HeHe [ride N.d.R.] No, è fantastico che le persone come te siano interessate ai musicisti come me, ed è molto importante per la diffusione della musica "autentica". Sono convinto che la musica pop commerciale sia la ragione principale dei problemi che l'industria musicale deve affrontare oggi. Il pubblico non è stupido, dopo che gli è stata scaricata addosso per molti anni musica di nessun valore alla fine lascia perdere e smette di acquistare musica o almeno non si sente spinto a pagare per averla. L'impegno ha abbandonato la musica in molti modi e dobbiamo riconquistarlo!
Il 99% dei miei intervistatori mostrano una conoscenza della musica stupefacente. Continuate a fare un buon lavoro.
Visita i siti di Bugge Wesseltoft e Jazzland.
Foto di Claudio Casanova (le prime due) e CF-Wesenberg
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