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Bobby Previte: Boom-Boom. Due volte Boom

Bobby Previte: Boom-Boom. Due volte Boom

Courtesy Kate Previte

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Dopo sostanziali anni di attività per certi versi limitata, il genio Bobby Previte torna a cavalcare comete musicali di infinita bellezza e intelligenza. Credo esistano ben pochi musicisti così profondi, analitici, curiosi ed allo stesso tempo così schivi e umili come Previte, da sempre nel cuore di ogni illuminato cultore di musiche moderne.

Illuminato forse proprio perché la musica del batterista di New York di origini italiane rischiara il buio dai tempi dello straordinario Bump the Renaissance del lontano 1985. Del signor Robert Previte molti sanno poco, pur riconoscendolo quale uno dei maggiori artefici dell'innovazione jazzistica poiché pochi come lui sono riusciti ad esplorare con successo il nesso mai facile da comprendere che esiste fra la musica scritta e quella improvvisata.

Da tempo immemorabile figura essenziale della scena newyorkese, Previte ha raccolto una caterva di premi e riconoscimenti per l'immensa creatività di cui sono ricche le sue tante incisioni, praticamente tutte degne del gradino più alto del podio. Originale e creativo come pochi, cura relativamente la scelta della notorietà a tutti i costi, regalando per contro da molti anni splendide esemplificazioni di grande musica.

Non sono da meno questi due (a dire il vero sarebbero tre ma il terzo apparirà al nostro ascolto solo nel nuovo anno) lavori recentemente resi disponibili in formato digitale sui canali di Bandcamp e che presentano il nuovo arcobaleno che appare nei cieli del post pandemia.

Il primo è intitolato Nine Tributes (sottotitolo "For Electric Band") e non è altro che (come scrive Previte stesso nelle note di presentazione) "un omaggio a nove dei grandi chitarristi con cui ho suonato nella mia vita, dall'incredibile Charlie Hunter, al genio tritatutto dei Wilco, Nels Cline, al titano James Blood Ulmer, passando per il maestro del noise Elliott Sharp, fino all'amato jazz/rock blaster Sonny Sharrock," scomparso a poco più di cinquant'anni nel 1994.

Nove composizioni per certi verse "facili," dirette, affascinanti e ricche dell'immensa fantasia compositiva di Previte che ancora una volta sorprende e cattura per l'energia propulsiva che contraddistingue ogni brano, capace di sondare orizzonti che spesso travalicano l'universo squisitamente jazzistico e attingono alle fonti sonore più disparate, lasciando ovvio spazio a quantità significative di improvvisazione pura. Con lui ci sono Mike Gamble alla chitarra, Michael Kammers alle tastiere, al sax tenore e al flauto, Kurt Kotheimer al basso acustico ed elettrico, Tyler Woods al pianoforte e—in qualità di special guest che ha anche curato il mixaggio—Jamie Saft all'organo in un brano.

Il secondo invece dal divertente titolo di "12 Galassie" (ovvero 12 blues in forma di gioco in Karaoke) sembrerebbe a prima vista una sorta di scherzosa dedica al mondo del blues più autentico ma è in realtà lo splendido affresco che tutti vorrebbero dedicare alla "musica del diavolo" ma che nessuno ha mai tentato di affrontare allo stesso modo.

Dodici blues (in Do, in Sol, in Re, in La, in Mi, in Si, in Fa diesis, in Do Diesis, in Sol diesis, in Mi bemolle, in Si bemolle e in Fa) eseguiti in bellezza e perfezione con Charlie Hunter, amico fraterno di sempre e chitarrista fra i più sottovalutati dei tempi moderni.

Dodici perle che solo un artista seminale come Previte poteva regalare con la stessa semplicità e convinta affabilità. Nello score c'è anche una versione video del blues in Re con il duo ripreso in studio che trasmette il senso di familiarità e di comunicazione del messaggio fondamentale dell'universo blues. Il groove eclettico e incalzante è logica compagnia del tripudio di idee che sgorgano dalle semplici linee guida del lavoro.

In sostanza, due dischi immensamente godibili, cantabili e di solo apparente facile ascolto che testimoniano ancora la meravigliosa e trascinante personalità di uno dei batteristi più intelligenti che attraversano la vita dei nostri anni. Dietro l'angolo c'è una nuova sorpresa: il lavoro mancante della trilogia si intitola Dark Current, un lavoro elettronico-elettro-acustico ispirato al Next Generation Space Telescope (Webb), che sta esplorando il nostro universo proprio in questo momento. Un raro disco solista di Bobby Previte che utilizza elettronica, sintetizzatori, batteria, chitarre, bassi, drum machine e un'intera gamma di strumenti generalmente non noti per essere suonati dal compositore. Dark Current è inoltre il titolo di una serie di incisioni. Per chi proprio non riesce a resistere, esiste pubblicato un primo estratto del lavoro che si intitola "Explorer 1" e salda insieme tre mondi: il paesaggio sonoro dell'elettronica, le forme rigorose della musica classica e il fuoco dell'improvvisazione e l'imprevedibilità del jazz.

Se poi, molto facile che accada specialmente ai neofiti, vi innamorete perdutamente di questo musicista sappiate che avete l'opportunità di diventarne mecenati iscrivendovi all'appello "Become a Patron."

Grazie Bobby. Non smettere mai.

Liste dei brani e musicisti

Nine Tributes

Brani: Hunter; Cline; Sharrock; Gamble; Frisell; Ducret; Ulmer; Cutler; Sharp.

Musicisti: Mike Gamble: Chitarra elettrica; Michael Kammers: Tastiere, Sax tenore, flauto; Kurt Kotheimer: Contrabbasso e Basso elettrico; Tyler Wood: Pianoforte; special guest: Jamie Saft, organo nel brano 3.

12 Galaxies

Brani: Blues in C; Blues in G; Blues in D; Blues in A; Blues in E; Blues in B; Blues in F#; Blues in C#; Blues in G#; Blues in Eb; Blues in Bb; Blues in F.

Musicisti: Bobby Previte—batteria; Charlie Hunter—chitarra "ibrida."

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