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Bill Frisell Live in Montreal
ByLive in Montreal
EmArcy - distr. Universal
Valutazione: 4,5 stelle
Quando Bill Frisell porta il suo settetto sul palco di Montreal, il primo di luglio del 2002, la band è decisamente ben rodata sul materiale dell'album Blues Dream uscito l'anno prima. E il loro affiatamento è fondamentale per lo sviluppo di una musica incantata che riesce magicamente ad essere astratta per poi diventare concreta un secondo dopo. Le riprese audio e video sono di ottima qualità e il concerto è godibilissimo, così come interessante risulta la lunga intervista a Bill Frisell inserita come bonus.
Frisell schiera sul palco da destra a sinistra Ron Miles alla tromba, Billy Drewes al sax alto, Curtis Fowlkes al trombone, Greg Leisz al mandolino e alla steel guitar, David Pilch al basso acustico e Matt Chamberlain alla batteria. Lui si ritaglia lo spazio all'estrema sinistra con la sua coloratissima Telecaster, con il segnale elettrico che arriva dai suoi pickup scisso in una dozzina di pedalini, senza mai smarrire però il 'suo' suono, sempre impeccabile e fascinoso.
Il concerto è organizzato in mini suite che legano assieme due o tre brani tratti dall'album Blues Dream e da album precedenti. Non mancano momenti di improvvisazione collettiva che, affidati a mani e a menti così capaci, sono assolutamente benvenuti.
Come in tutti i concerti di Frisell ci sono momenti in cui il ritmo rallenta e sembra guardarsi attorno per poi scegliere una strada da percorrere col giusto passo. Poi all'improvviso ci sono rincorse in avanti che ci lasciano con il fiato sospeso e quando meno te lo aspetti arriva un magistrale assolo di Frisell, pieno di curve e salti in alto e in basso, presi con la massima naturalezza.
La formazione decisamente allargata consente raffinatezze armoniche e coloristiche supplementari, con i fiati utilizzati spesso come elementi speziati che tingono a dovere il suono. Gli assoli di Ron Miles, Billy Drewes e Curtis Fowlkes sono solitamente brevi, ma sono sempre perfettamente calibrati e inseriti nel contesto, lasciando correre il groove organico che tiene unito il tutto.
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