Alessandro Lanzoni Piano Solo

Alessandro Lanzoni
Piano Jazz al Ponte
Auditorium Santo Stefano al Ponte
Firenze
11.10.2014

Per la breve ma intensa serie di concerti di pianoforte solo organizzata presso la splendida location dell'auditorium di Santo Stefano al Ponte—una ex chiesa a pochi passi dal Ponte Vecchio—è andato in scena a Firenze Alessandro Lanzoni, ormai ben più che giovane promessa del jazz italiano. Proprio per questo era particolarmente interessante vedere il pianista, prossimo all'uscita di un suo nuovo lavoro registrato, cimentarsi al piano solo, situazione particolarmente complessa che può costituire un test di maturità artistica, tra l'altro pochi giorni dopo averne apprezzate le qualità all'interno del quartetto di Nico Gori (clicca qui per leggerne la recensione).

Lanzoni ha aperto con una serie di brani interamente improvvisati, ai confini tra conteporanea e musica novecentesca. Il primo, lirico e con fraseggi che esaltavano l'acustica della chiesa, è stato seguito da un paio dal sapore impressionistico e poi da uno spattacolare pezzo giocato su un piccolo tema di poche note e su un contrasto tra bassi e alti, roboanti i primi, cristallini i secondi, sviluppato in suggestiva crescita dinamica. Quindi, ancora del tutto improvvisati, una suggestione classica, stavolta romantica, e un brano drammaticamente percussivo, con uso espressivo delle pause e conclusione sospesa.

In questa prima parte Lanzoni ha efficacemente mostrato l'ampiezza della propria sensibilità, ancor prima del suo bagaglio tecnico ed espressivo. Quest'ultimo era ancora una volta in primo piano nel successivo brano, una variazione con modalità classiche -dalle quali il pianista s'è dichiarato affascinato-di uno dei più noti standard del jazz, "All The Things You Are." Dopo un inizio dal sapore romantico, le variazioni hanno assunto articolate forme contrappuntistiche che richiamavano certe ricerche di Franco DAndrea.

Il concerto è proseguito tra l'altro con una bella composizione originale dalle atmosfere ancora liriche, con altri standard, eseguiti stavolta in modo più propriamente jazzistico, tra cui una "Sophisticated Lady" inizialmente molto rotonda e ampia, poi più spigolosa e giocata sui contrasti dei frammenti, infine nuovamente dolce e pacificata.

Complessivamente la serata ha permesso di apprezzare la varietà di scenari all'interno dei quali si muove oggi un artista che sta ancora sviluppando a pieno la propria cifra stilistica, ma che non si è certo seduto sul successo precoce che gli ha arriso. Lanzoni ha infatti mostrato spunti interessanti e originali in ciascuno di tali scenari, facendo trasparire sempre una creatività genuinità, senza cercare mai il "colpo a effetto" ma anzi addentrandosi in situazioni sonore complesse e non immediate, per quanto sempre fruibili.

Volendo dunque interpretare il piano solo come un test di maturità, si può dire che in questo caso Lanzoni lo abbia ampiamente superato, stimolando l'attesa degli ascoltatori per le sue prossime prove.

Foto
Niko Giovanni Coniglio.

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