10 CD nel CD- Player di... Florindo Grillo

È uno dei migliori dischi del sassofonista: è moderno, è classico, in continua evoluzione ma più che mai legato alle sonorità di Rollins e addirittura di Lester Young. Branford è in pieno controllo del passato e del presente, con al piano un Calderazzo assolutamente necessario.

02. Eli Degibri - Israeli Song (Anzic - 2010).

Terzo disco di questo giovane sassofonista, che già vanta una carriera impressionante. Israeli Song, a mio avviso, è il suo disco migliore. Ha un suono bello e pulito, una concezione armonica matura e contemporanea ed una tecnica di spessore.

03. Ambrose Akinmusire - When the Heart Emerges Glistening (Blue Note - 2011).

Per chi ancora non lo conoscesse, il trombettista Ambrose è il gioiello di casa Blue Note, qui al suo secondo lavoro discografico con l'etichetta. Ambrose è il musicista che negli ultimi due, tre anni ha fatto il balzo in avanti più incredibile, con un gruppo che è veramente tra i migliori nella scena internazionale. A questo proposito segnalo il tenorista Walter Smith, che ha una classe ed uno stile fuori dall'ordinario.

04. George Dulin - Where's Johnny? (Lsd Music -2010).

George è un genio, compositore di sinfonie classiche e puro pianista, che quando si mette in gioco col jazz (pop e rock) fà magie come questo disco: il suo secondo, è uno dei lavori compositivi più complicati, interessanti e contemporanei che conosco. Purtroppo oltre ad essere giovane, Dulin è anche totalmente schivo di fama e tende ad isolarsi con la sua famiglia, quindi solo gli addetti ai lavori lo conoscono a New York. Sicuramente farà parlare molto di sè in futuro.

05. Walt Weiskopf - Siren (Criss Cross - 2000).

Weiskopf è un'altro tesoro nascosto. A New York insegna improvvisazione, composizione ed arrangiamento da quasi vent'anni, e sia sul palco che nella prolifica discografia, pochi sanno stare al suo livello. Fuori dalla grande mela in pochi lo conoscono, anche se ha scritto cinque libri su armonia derivata da Coltrane e tecniche di improvvisazione. Questo disco mostra mostra non solo la irruente potenza del sassofonista come esecutore, ma anche i suoi esplosivi arrangiamenti.

06. Wynton Marsalis - Richard Galliano - From Holiday to Piaf (Future Aco - 2010).

Ho da poco iniziato a suonare standard francesi con un trombettista parigino, che mi ha segnalato questo disco che non conoscevo. È subito entrato nella top ten, con arrangiamenti bellissimi, brani divertenti, esecuzione perfetta. Inoltre la chiave di lettura -o di rilettura- di alcuni di questi brani tradizionali è a dir poco brillante, mostrando grande cultura nel dosaggio e mixaggio dei suoni contrastanti del quintetto di Marsalis con la fisarmonica del Maestro Galliano.

07. Stevie Wonder - Innervision (Motown - 1973).

Questo è l'unico disco che ho nella top ten da un anno. Stevie è al suo meglio, Innervision è un capolavoro di armonia ed anche di contenuti. Ventinove anni, e non ne dimostra neanche la metà, anzi è più attuale che mai. Wonder è a mio parere il musicista nero più influente degli ultimi trentacinque anni.

08. George Garzone & Frank Tiberi - Audacity (Stunt - 2012).

Il mitico professor Garzone si riunisce con l'amato Maestro Tiberi, ultraottantenne. Tiberi ha iniziato uno dei movimenti post-coltraniani più seguiti: quando Coltrane suonava in pubblico negli anni '60, Tiberi andava a sentirlo e lo registrava sull'allora nuovo mangianastri portatile. Tornato a casa, trascriveva gli assoli e poi li studiava dalla fine all'inizio, sviscerando quella mentalità come nessuno prima (o dopo) di lui. Frutto di quella scuola di pensiero sono sassofonisti come appunto Garzone, Joe Lovano, Jerry Bergonzi, Walt Weiskopf e molti altri, che possono solo gioire nel vedere un lavoro discografico del mostruoso Garzone col Maestro (che ha all'attivo altri tre dischi, di cui solo uno come leader, Tiberian Mode).

09. Chris Potter with DR Big Band - Transatlantic (Red Dot Music - 2011).

Questo disco è una bomba. Potter suona come un diavolo ed un angelo al contempo. Negli stessi giorni ho comprato anche Unity Band, Underground, Song for Anyone e Gratitude, ma in questo Potter è su un altro pianeta.

10. Kenny Garrett - Seeds from the Underground (Mack Avenue - 2012).

Ho comprato questo disco a dir la verità temendo che mi avrebbe stufato, come gli ultimi dischi di Garrett. Questo non perchè non sia bravo, anzi bravissimo, ma ultimamente a livello discografico non mi ha comunicato niente di emozionante (per esempio, cercando nuovo materiale con Pharoah Sanders, ho sentito con poco entusiasmo Sketches of MD, live di Garrett all'Iridium di NYC). Seeds from the Underground, esattamente come nel caso di Branford, mi ha ricordato molto bene perchè questo artista ha il nome che ha nel mondo del jazz: la stessa grinta che aveva in African Exchange Student e perfino in Triology, la stessa voglia di rischiare e giocare con la musica fanno di questo disco uno dei miei preferiti di Garrett.

Foto di Florindo Grillo.

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