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Joanna Newsom: Ys

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Joanna Newsom: Ys
I grandi occhi chiari e la voce anomala, a metà tra una bimba e la rugosità blues di una Karen Dalton. L'abbiamo conosciuta con The Milk-Eyed Mender, con l'inseparabile arpa e le melodie oblique, infantili e stranianti. Ci ha incuriosito, l'abbiamo amata, ma in questa onda folk che sembra più lunga del mare stesso avremmo rischiato di vederla galleggiare insieme a tante altre cose cui tenevamo.

Tornata per smentirci, Joanna Newsom lo fa nel modo più intenso e alla fine meno facile: raccontandosi certo - è quello che sa fare, è quello che sente - e partendo dall'arpa e dalla voce, ma non accontentandosi di frammentare i suoi racconti dentro le scatole delle canzoni. Un racconto non ammette limiti e Joanna vuole dircelo fino in fondo: solo cinque brani in un'ora scarsa di disco significano una media di oltre dieci minuti a brano.

I racconti però a volte chiedono di non essere lasciati da soli e Joanna, che pure è artista estremamente riservata, si fa fare compagnia! E che compagnia! Registrato da Steve Albini e mixato da Jim O'Rourke, Ys - questo il titolo della sua nuova fatica - trova negli archi arrangiati da Van Dyke Parks [sì, avete letto bene, proprio il geniale alter-ego di Brian Wilson in Smile e autore a sua volta di quell'inestimabile tesoro della musica americana che è Song Cycle] una formidabile occasione di dialettica di piani sonori.

Nonostante la produzione a dir poco strepitosa, Ys ci mette un po' a farsi amare: in tempi di rapidità e zapping sonoro, non siamo forse più abituati a "entrare" totalmente dentro un pensiero musicale e la Newsom oggi richiede questo, richiede che le sue parole vadano seguite [fatelo, ci sono nel libretto e sono la chiave emotiva di tutto], che ci si perda nel vagare melodico senza aspettare un ritornello, che tutto trovi i suoi tempi per svolgersi.

Superatela in fretta la fase di perplessità/tedio che il disco suscita in superficie - e che è alla fine non un errore di valutazione, ma un necessario passaggio di consapevolezza, nulla di cui vergognarsi - e lasciate che narrazioni come "Emily" o "Sawdust & Diamonds" vi coinvolgano totalmente.

L'arpa si accartoccia attorno a note secondo linee ritmiche apparentemente trasognate, ma in realtà pulsanti di un cuore profondissimo, invisibile; la voce accarezza le parole, a volte le lacera con improvvise impennate o raschia i margini di una sillaba, ci imbecca con un fondo di petulanza, plana sugli accenti con delicate sfasature di tono, ci scioglie con innocenza, sembra cantare melodie di sempre, ma inafferrabili.

Ha soli ventiquattro anni, Joanna Newsom, ritratta in modo classico nella copertina [anche un po' kitsch, a dire il vero], in grado di confrontarsi con voce, arpa e archi, libera di narrarsi in ogni sfumatura. Da ascoltare nelle sere d'autunno, talismano che svela storie magiche.

Un disco molto bello.

Track Listing

01. Emily; 02. Monkey & Bear; 03. Sawdust & Diamonds; 04. Only Skin; 05. Cosmia

Personnel

Album information

Title: Ys | Year Released: 2006 | Record Label: Drag City

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