Jozef Dumoulin & The Red Hill Orchestra: Trust

La The Red Hill Orchestra di Jozef Dumoulin non si rivela una esotica big band, o un ensemble dalle origini misteriose bensì un anomalo trio -batteria, tastiere, sax -dove tre sperimentatori dei rispettivi strumenti danno fondo a bagagli espressivi di matrice assai diversificate per creare originali paesaggi sonori. Perché è proprio il suono a farla da padrone in Trust, al di là di scrittura e improvvisazione largamente presenti, al di là di song form a tratti più che accennate, al di là di melodie facilmente assimilabili.

Dumoulin è uno specialista del fender rhodes che prepara con ulteriori diavolerie elettroniche, Ellery Eskelin combina come pochi la tradizione dei grandi sassofonisti con forme di libera improvvisazione, Dan Weiss è da tempo in prima linea sul fronte della contaminazione tra i ritmi della musica indiana e quelli canonici del jazz. Insieme liberano alchimie impreviste, macchie sonore che trascolorano accecanti, acriliche e acide, nebulose che si contraggono ed espandono, flussi ipnotici.

Si annida una sottile magia tra le dodici tracce di Trust, generata dalla leggerezza con la quale i tre musicisti scoprono vicendevolmente le carte, azzardando intime connessioni elettro-acustiche, alimentano meditazioni tra valvole e bit. E sotto la superficie, ascolto dopo ascolto, si annidano continue meraviglie.

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