Hemlock Smith & Les Poissons Autistes: Three Times Dead

Si sono incontrati grazie ad una compilation di una rivista svizzera e hanno pensato di fondere i loro percorsi musicali. Ne è uscito fuori un CD, Three Times Dead che è un crocevia di esperienze musicali sospese tra il post rock alla Tortoise, Gastr del Sol, Arab Strap e/o lo spoken word estenuante alla John Aidan Moffat, e l’intimismo sperimentale stile David Sylvian.

E così, accanto all’iniziale e autunnale introspezione di “Birmingham” o “The Man in the Grey Suit”, spuntano fuori i territori sonici e spettrali di “I Rehearse My Death Every Day”, i rigurgiti rumoristici di “The Flat Hands”, “Metaphors” o “The Space Between Us”.

Poi le citazioni letterarie di “If You Had Done More Sports...” con chitarre distorte in lontananza, e qualche altro momento di puro decadentismo sonoro (“Myrta”) completano un CD che si distingue per la capacità di creare suono e ambientazioni, ma forse un po’ troppo etereo per fare rimanere con i piedi a terra la concretezza.

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