Achille Succi, Giovanni Maier & U.T. Gandhi: Three Lines

Una sorta di equilibrio cosmico/spirituale che potrebbe arrivare dall’Ornette Coleman più introspettivo e meditativo.

Si tratta invece di “Turriaco“, brano iniziale di Three Lines, album registrato dal trio Achille Succi, Giovanni Maier & U.T. Gandhi negli studi ormai prestigiosi di Stefano Amerio. Tre linee, per l’appunto, con diverse storie da raccontare, che si incontrano, si aprono, si mimetizzano per esaltare le forme altrui, si spezzano e si ricompongono, mai si sovrappongono per reciproco rispetto.

Con un denominatore comune marchiato a fuoco nel DNA di ciascuno dei tre musicisti: la predilezione verso le forme aperte, l’uso di una sintassi originale, una ricerca melodica che prende avvio da minuscole cellule e si propaga per successive agglomerazioni armoniche verso un canto libero e liberatorio.

I musicisti ci mettono molto del loro; in una formazione delicata come il trio basata su precari equilibri sono necessarie una grande sensibilità, una sviluppata predisposizione all’ascolto ed una spiccata personalità sui rispettivi strumenti. Ecco allora Maier trasformare il contrabbasso in una vera e propria orchestra per pienezza di suono, ricchezza espressiva e sollecitudine nell’occupare gli spazi con discrezione ed efficacia. Gandhi stupisce ogni volta di più per il suo approccio sempre pertinente, a prescindere dal contesto in cui opera: straordinario il lavoro di raccordo effettuato attraverso figure ritmiche impalpabili e iridescenti come bolle di sapone. Succi, infine, impegnato quasi esclusivamente al contralto e non al tenore come erroneamente riportato nelle note di copertina, sta perfezionando una sonorità sempre più astratta ed eterea che, coniugata ad un eloquio imprevedibile, lo conferma come uno dei musicisti più interessanti della scena attuale.

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