Rebecca Martin, Guillermo Klein: The Upstate Project

Il titolo dell'album prende il nome da quella parte dello stato di New York collocata a nord dell'area metropolitana, anticamente abitata delle nazioni della confederazione irochese. Un'area rurale ricca di boschi, come ricorda la bella copertina, che oggi ospita la cantante e chitarrista Rebecca Martin e il compositore, pianista e orchestratore Guillermo Klein.
Quest'ultimo è tornato a vivere negli Stati Uniti, abbastanza vicino alla vocalist e la collaborazione s'è sviluppata naturalmente, portando a questo progetto di dodici evenescenti brani, che si snodano in chiave intima.

Molte composizioni sono di Rebecca Martin, scritte con Klein o in autonomia, ma ci sono anche temi di Brad Mehldau ("To Make The Most Of Today"), Bill Frisell("Hold On") e Kurt Rosenwinkel ("Freedom Run") che la cantante ha provvisto di un testo.
L'incisione è giunta dopo un anno di lavoro, ampliando la collaborazione al bassista Larry Grenadier, che è anche marito della cantante, e al batterista Jeff Ballard, intervenuto solo nella fase finale.

Il risultato è una sorta di concept album, che si snoda in una logica minimale, esaltando la dimensione melodica e le sfumature. Il singolare appeal delle interpretazioni di Rebecca, notturne e colloquiali, ha qualche somiglianza con quello di Annette Peacock, anch'essa da anni trapiantata Upstate, e la relazione (anche vocale) con Guillermo Klein è avvincente.

Difficile scegliere tra i brani, tutti molto belli. Le limpide melodie di "On Sunday Morning," "Thrones and Believers," "Outside It Rains for Them" s'iscrivono nella tradizione delle singer-songwriter statunitensi degli anni sessanta/settanta. In altri momenti la varietà espressiva è maggiore, con un chiaro feeling jazzistico: è il caso del vivace "Freedom Run" o del variopinto "To Make the Most of Today," con un intenso intervento di Larry Grenadier.

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