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Peter Brötzmann: The Complete Machine Gun Sessions

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Peter Brötzmann: The Complete Machine Gun Sessions
Anche se risulta più comodo e affascinante considerare Machine Gun come una specie di big-bang da cui improvvisamente scaturì in mille direzioni la lava dell'improvvisazione europea [l'originaria stampa in sole 300 copie per la piccola etichetta Bro, i contemporanei movimenti di protesta in tutta Europa, il Vietnam contribuiscono certamente all'aura leggendaria], quella registrazione al Lila Eule di Brema del maggio 1968 fu tutt'altro che casuale ed è piuttosto l'esito dell'incontro di idee e personalità che già da qualche tempo si stavano muovendo e cercando.

Unione di differenti gruppi - il trio di Brötzmann, il duo Breuker/Bennink, membri del quintetto di Manfred Schoof, etc. - l'ottetto che sforacchiò a suon di colpi di mitraglia il jazz del vecchio continente è l'urlo collettivo di un'Europa che si muove a voce estrema, che si trova nuda di fronte ai suoni del mondo, la new thing, ma anche il jazz sudafricano o le esplorazioni extraeuropee di quel Don Cherry con cui quasi tutti i presenti qui avevano suonato l'anno prima a Badan Baden e che aveva coniato per la violenta sonorità di Brötzmann proprio il nomignolo "machine gun".

Si trova nuda e urla, si cerca, congiunge l'Inghilterra di Evan Parker con il Belgio di Van Hove, l'Olanda degli imprevedibili Breuker e Bennink con la Germania che fatica a scrollarsi di dosso un'immagine sonora pesantissima - questo elemento è spesso ricordato nelle interviste a Brötzmann o a Kowald - unisce le proprie forze e si proclama eversiva proprio quando non interessa più a nessuno [dal punto di vista commercial/musicale] e quindi lo è in modo ancor più indimenticabile, tanto che molti giovani improvvisatori guardano oggi a queste esperienze con la stessa intensità con cui guardano al punk-rock.

La Unheard Series della Atavistic - va ricordato che negli USA la circolazione di dischi Fmp è stata molto ridotta rispetto a qui - ristampa ora Machine Gun , unendo ai tre brani dell'lp originale due versioni alternative di "Machine Gun" e di "Responsible" e una versione live di "Machine Gun" registrata al Festival di Francoforte nemmeno due mesi prima, con l'aggiunta di Gerd Dudek a rafforzare il fuoco dei sassofoni.

L'occasione è ghiotta per riascoltare non solo l'infernale gragnola sonora della title-track, ma anche le aperture "africane" di "Responsible" - che Van Hove aveva dedicato allo scomparso batterista Jan Van Der Ven - e le contrastanti atmosfere che muovono "Music for Han Bennink" di Breuker. Ne emerge, oggi più di allora, un affresco sonoro di entusiasmante varietà, che sarebbe riduttivo sintetizzare nella sola immagine del furore: quell'urlo è anche un volersi riconoscere, un mostrare visceralmente le proprie emozioni, un rompere la gabbia che da un lato la tradizione colta occidentale, dall'altro l'inadeguatezza rispetto all'urgenza nera avevano costruito.

Il jazz e l'improvvisazione non saranno più le stesse da quella notte di maggio: non lo erano già più, ma quella notte se lo sono dette, come una dichiarazione d'amore sparata dritta al cuore! Fuoco, cammina con loro.

Track Listing

01. Machine Gun; 02. Responsible (for Jan van der Ven); 03. Music for Han Bennink I; 04. Machine Gun (second take); 05. Responsible (for Jan van der Ven) (first take); 06. Machine Gun (live).

Personnel

Peter Brötzmann, Evan Parker, Gerd Dudek (sax tenore e baritono); Willem Breuker (sax tenore e contralto, clarinetto basso); Fred Van Hove (pianoforte); Buschi Niebergall, Peter Kowald (contrabbasso); Han Bennink, Sven-Åke Johansson (batteria, percussioni, voce).

Album information

Title: The Complete Machine Gun Sessions | Year Released: 2007 | Record Label: Atavistic Worldwide


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