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Taylor Ho Bynum Ensemble: Plays the Music of Prince
ByTeatro Manzoni - Milano - 17.02.2013
Come già altre due volte nel corso di questa stagione (Steven Bernstein con Sly Stone, Dee Alexander con James Brown), anche il penultimo appuntamento della rassegna Aperitivo in Concerto era incentrato sul repertorio di un artista che, per quanto ben radicato nella black music, non è certo di stretta osservanza jazzistica.
Sul palco, il cornettista Taylor Ho Bynum, uno dei grandi talenti emergenti dell'area newyorkese, in compagnia di un nutrito gruppo di musicisti della scena avant statunitense: Jim Hobbs ai sassofoni, Kyoko Kitamura a voce e tastiere, Abraham Gomez-Delgado a voce e escussioni, Evan Patrick alla chitarra elettrica, Nick Lloyd a tastiere ed elettronica, Stomu Takeishi al basso elettrico, Pheeroan akLaff alla batteria.
In programma, un progetto basato sulla musica di Prince.
Peraltro, il legame tra Prince e il jazz è di vecchia data (i suoi genitori erano entrambi jazzisti - la madre cantante, il padre pianista), e raggiunge il suo culmine con il famoso sdoganamento - ammesso che si possa dire così - di Prince all'interno della comunità jazzistica, avvenuto ad opera di Miles Davis nella seconda metà degli anni '80. I due condivisero il palco di Paisley Park, si tributarono reciproci attestati di stima, ci furono numerose voci di presunte presenze dell'uno nelle registrazioni dell'altro. Il solo di tromba nel brano "Adore" attribuito a Davis, la traccia "Amandla" - nota anche come "The H Man" - ufficialmente attribuita a Marcus Miller ma probabilmente scaturita dalla penna di Prince, la storia di "Red Riding Hood," inizialmente inviata da Prince a Miles con il titolo di "Can I Play with U?" per essere inclusa nell'album "Tutu," il brano "Full Nelson" (il nome completo di Prince è Prince Roger Nelson) ... All'epoca la comunità dei jazzofili si divise in due. Ci fu chi apprezzò le aperture di Davis e chi, invece, pensò senza mezzi termini che il caro vecchio Miles si fosse completamente rincoglionito. Sign 'o' the Times, direbbe il folletto di Minneapolis.
Oggi, a venticinque anni di distanza da allora, un jazzista può invece tranquillamente avvicinarsi al repertorio di Prince senza incorrere in nessun tipo di scomunica. Potendo anzi ammettere candidamente la notevole sfida insita nell'operazione in quanto Prince, come ha detto scherzando ma non troppo Taylor Ho Bynum nel corso del concerto, "è bravissimo a fare Prince, lo fa molto bene". Ovvero: la musica di Prince è perfetta così com'è. Metterci mano significa rischiare di renderla peggiore.
Il lavoro di Taylor Ho Bynum si è dunque prudentemente focalizzato su titoli abbastanza noti ma non famosissimi. Per intenderci, in scaletta non c'erano le grandi hit come "Purple Rain," "U Got The Look," "Alphabet St." o "Sexy M.F.". C'erano piuttosto "Let's Pretend We're Married," "Around the World in a Day," "Life Can Be So Nice," "Crystal Ball," "Positivity," rivisitate lavorando prevalentemente sugli arrangiamenti e sugli aspetti armonici. Di Prince sono rimaste la prevalenza dei vuoti sui pieni, e le sporadiche esplosioni funk. Di suo, Taylor Ho Bynum ha conferito maggiore respiro armonico ad una musica di per sé piuttosto semplice, ed ha sporcato, rendendolo ruvido e graffiante, un suono che nell'originale era inevitabilmente levigato.
Il progetto, qui alla sua prima europea, ci è sembrato molto divertente ed interessante, sebbene forse ancora acerbo e bisognoso di qualche aggiustamento. Da rivedere, ad esempio, l'equilibrio tra parti scritte e parti libere, a tratti tanto libere da risultare avulse dal contesto, così come l'eccessivo peso assegnato a Pheeroan akLaff e Stomu Takeishi nell'economia generale dell'organico. I due sono musicisti straordinari, ma non possono farsi sempre carico di collegare, con un intervento solistico, i diversi moduli compositivi.
Il potenziale di questo lavoro, e di questa band, è comunque notevole. Una volta sistemati i dettagli di cui sopra, il risultato potrà essere ancora più godibile e convincente.
Foto di Roberto Cifarelli.
Altre immagini di questo concerto sono disponibili nella galleria ad esso dedicata.
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