Logan Strosahl: Sure
A soli trent'anni il sassofonista Logan Strosahl registra il quarto disco da leader, dopo aver bruciato letteralmente le tappe. Nato a Seattle, a 22 anni s'è laureato al New England Conservatory, dove ha studiato composizione e approfondito il folklore turco e la musica polifonica europea del 1500. Negli stessi anni ha perfezionato teoria e pratica jazzistica sotto la guida di George Garzone, Jerry Bergonzi e John McNeil.
Dopo aver spaziato da connubi con la musica antica, reminiscenze cool e un deciso approccio free, il sassofonista presenta questo lucido e rigoroso pianoless trio con il giovane bassista Henry Fraser e il batterista Allan Mednard.
Strosahl alterna lo strumento contralto al tenore e al flauto sviluppando i concetti dall'avanguardia storica degli anni sessanta e settanta, mutuati da maestri come Eric Dolphy e Oliver Lake. Tecnicamente ineccepibile, il sassofonista sviluppa lunghi e fantasiosi assoli, in brani dai connotati sempre diversi. In "Chacarera" riprende il ritmo base della danza folk argentina per lanciarsi al flauto in un appassionato interplay liberamente improvvisato; "Three" lo vede introdurre -ancora al flauto-una sequenza d'astratto camerismo per poi delineare al sax contralto in rigorose geometrie free; senza allontanarsi dall'avanguardia storica, in "Galahad" emerge il suo amore per gli stilemi della musica antica e in "Chant" (un classico degli anni venti, reso famoso da Jelly Roll Morton) quello per Ornette Coleman. Gli unici brani del disco sviluppati in forme "tradizionali" sono "Coming on the Hudson" di Monk e il noto "Isfahan" che Logan tratta con tutto l'amore che si deve ai capolavori del passato (e a Johnny Hodges).
Dopo aver spaziato da connubi con la musica antica, reminiscenze cool e un deciso approccio free, il sassofonista presenta questo lucido e rigoroso pianoless trio con il giovane bassista Henry Fraser e il batterista Allan Mednard.
Strosahl alterna lo strumento contralto al tenore e al flauto sviluppando i concetti dall'avanguardia storica degli anni sessanta e settanta, mutuati da maestri come Eric Dolphy e Oliver Lake. Tecnicamente ineccepibile, il sassofonista sviluppa lunghi e fantasiosi assoli, in brani dai connotati sempre diversi. In "Chacarera" riprende il ritmo base della danza folk argentina per lanciarsi al flauto in un appassionato interplay liberamente improvvisato; "Three" lo vede introdurre -ancora al flauto-una sequenza d'astratto camerismo per poi delineare al sax contralto in rigorose geometrie free; senza allontanarsi dall'avanguardia storica, in "Galahad" emerge il suo amore per gli stilemi della musica antica e in "Chant" (un classico degli anni venti, reso famoso da Jelly Roll Morton) quello per Ornette Coleman. Gli unici brani del disco sviluppati in forme "tradizionali" sono "Coming on the Hudson" di Monk e il noto "Isfahan" che Logan tratta con tutto l'amore che si deve ai capolavori del passato (e a Johnny Hodges).
Track Listing
Bark; Chacarera; Galahad; Coming On The Hudson; Three; Isfahan; Nez; The Chant.
Personnel
Logan Strosahl: saxophone, alto; Henry Fraser: bass, acoustic; Allan Mednard: drums.
Album information
Title: Sure | Year Released: 2019 | Record Label: Sunnyside Records