Home » Articoli » Album Review » Vintskevich Quartet: Singularity
Vintskevich Quartet: Singularity
ByIl disco è registrato e missato a Mosca, ma è come se si fosse a New York: sarà lo stile delle composizioni, sarà il fatto che Leonid impiega solo il Fender, sarà la presenza del basso elettrico (peraltro ottimo) di Reed, pressoché nulla di originale emerge da questo esempio di jazz russo. Se non, appunto, la voce strumentale di Nick Vintskevich, che sia al contralto, sia (soprattutto) al soprano sfoggia un bel fraseggio, agilità, idee improvvisative. E anche molta personalità.
Il lavoro, complessivamente, non è inferiore a tanta produzione internazionale - anche statunitense - e, almeno per chi scrive, è solo un po' appiattito dal piano elettrico usato in modo forse troppo scontato. Buone le composizioni, tra le quali spicca la lunga "Penguins in Detroit," con il soprano che "interpreta" i pinguini; buona l'esecuzione; più che apprezzabili le voci singole.
Resta solo il dispiacere di ascoltare musica "globalizzata": un jazz che si appiattisce su modelli, che diventa "genere," che scopre davvero poco di nuovo anche quando si genera su territori che potrebbero offrire tradizioni diverse cui attingere. E che perciò si affida interamente alle pur apprezzabili qualità tecnico-espressive dei singoli, ma lascia da parte ogni suggestione originale.
Evidentemente, non succede solo in Italia.
Track Listing
1. In the Nick of Time - 7:49; 2. Penguins in Detroit - 10:47; 3. Singularity - 9:39; 4. Song of Jeny - 5:57; Sad Sunday - 5:59; 6. Dominicana - 6:13. I brani 1, 2 e 4 sono di Nick Vintskevich, 3, 5 6 sono di Leonid Vintskevich.
Personnel
Kip Reed
bassLeonid Vintskevich (Fender Rhodes), Nick Vintskevich (sax soprano e contralto), Kip Reed (chitarra basso), Joel Taylor (batteria).
Album information
Title: Singularity | Year Released: 2010 | Record Label: Slam Records
< Previous
Take Five With Daniel Ian Smith
Next >
My Soul