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Elsa Nilsson: Salt Wind
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Svedese di Goteborg, enfant prodige (a cinque anni suonava il piano, a sei compose la prima canzone), trasferitasi per studio prima a Seattle e poi, nel 2010, a New York, Elsa Nilsson è una giovane musicista che suona tutto lo spettro dei flauti, compone le proprie musiche e canta con voce e interpretazione personali.
Questo Salt Wind la vede alla testa di un quartetto con chitarra, basso e batteria, assieme al quale interpreta brani da lei firmati, piuttosto semplici strutturalmente e caratterizzati da una spiccata melodicità, che l'artista cavalca ai flauti o, in due brani, alla voce. Le atmosfere sono anche abbastanza diverse, ma perlopiù accomunate dalla immediatezza dell'approccio ritmico, che oscilla tra uno swing di sapore mainstream (come per esempio in "Continuum") e un andamento di derivazione rock (palese in "Hedning," in filigrana in "Someone for Something").
Una tale semplicità non scade però nel semplicismo, grazie appunto alla diversità delle atmosfere: se brani come l'iniziale "Tiny Bridges, Homemade Island" suonano solari nel loro lirico camerismo, "Staffan Visan" basata su un tradizionale svedese ha un colore scuro e riflessivo, "Hedning" richiama il rock centroeuropeo (anche grazie alla particolare interpretazione vocale della Nilsson) e "Byssan Lull," cantata in svedese, suona come un pop nordico. Una varietà che viene tuttavia ottimamente amalgamata dalla cifra stilistica della formazione e che fa del disco un lavoro immediato e leggero, sì, ma anche molto singolare, tanto da sorprendere talora l'ascoltatore.
Anche strumentalmente la Nilsson suona in modo tradizionale, senza particolari artifici né tecnici, né improvvisativi, mostrando però una bella padronanza dei diversi flauti, che varia in funzione del colore da conferire ai diversi brani. Non diverso il ruolo ricoperto dai sui compagni, che si muovono tutti al servizio del gruppo, con limitati spazi di protagonismo (solo la chitarra di Jeff McLaughlin ha alcune occasioni di farsi apprezzare in assolo).
Questo Salt Wind la vede alla testa di un quartetto con chitarra, basso e batteria, assieme al quale interpreta brani da lei firmati, piuttosto semplici strutturalmente e caratterizzati da una spiccata melodicità, che l'artista cavalca ai flauti o, in due brani, alla voce. Le atmosfere sono anche abbastanza diverse, ma perlopiù accomunate dalla immediatezza dell'approccio ritmico, che oscilla tra uno swing di sapore mainstream (come per esempio in "Continuum") e un andamento di derivazione rock (palese in "Hedning," in filigrana in "Someone for Something").
Una tale semplicità non scade però nel semplicismo, grazie appunto alla diversità delle atmosfere: se brani come l'iniziale "Tiny Bridges, Homemade Island" suonano solari nel loro lirico camerismo, "Staffan Visan" basata su un tradizionale svedese ha un colore scuro e riflessivo, "Hedning" richiama il rock centroeuropeo (anche grazie alla particolare interpretazione vocale della Nilsson) e "Byssan Lull," cantata in svedese, suona come un pop nordico. Una varietà che viene tuttavia ottimamente amalgamata dalla cifra stilistica della formazione e che fa del disco un lavoro immediato e leggero, sì, ma anche molto singolare, tanto da sorprendere talora l'ascoltatore.
Anche strumentalmente la Nilsson suona in modo tradizionale, senza particolari artifici né tecnici, né improvvisativi, mostrando però una bella padronanza dei diversi flauti, che varia in funzione del colore da conferire ai diversi brani. Non diverso il ruolo ricoperto dai sui compagni, che si muovono tutti al servizio del gruppo, con limitati spazi di protagonismo (solo la chitarra di Jeff McLaughlin ha alcune occasioni di farsi apprezzare in assolo).
Track Listing
Tiny Bridges, Homemade Islands; Shift; Someone for Something; Inside Brooklyn Thunder; Hedning; Staffans Visan; Continuum; Byssan Lull; Lucia.
Personnel
Elsa Nilsson
fluteElsa Nilsson: flutes, vocals; Jeff McLaughlin: guitar; Alex Minier: acoustic and electric basses; Cody Rahn: drums and percussion.
Album information
Title: Salt Wind | Year Released: 2017 | Record Label: Self Produced