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David S. Ware Quartet: Renunciation

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David S. Ware Quartet: Renunciation
L'atto di rinunciare a qualcosa presuppone sempre una volontà: attraverso un double-talking di rara efficacia, David S. Ware congeda il suo celebre quartetto dalle scene e nel momento in cui lo fa ci fa partecipare alla sua "rinuncia", uno stato - come spiega nelle brevi note di copertina - di consapevolezza, illuminazione e di fusione del proprio essere con quello che lo circonda.

Questo ultimo concerto del quartetto del tenorsassofonista, che si è tenuto al Vision Festival nel giugno del 2006, annunciato e atteso, non ha deluso le aspettative: le caratteristiche della musica di Ware ci sono tutte: energia, fuoco, spiritualità, brevi temi circolari che poi esplodono in devastanti fiumi di note, un rapporto quasi telepatico con i compagni di avventura, Matthew Shipp al piano, William Parker al contrabbasso e Guillermo E. Brown alla batteria.

Dopo la breve introduzione di Lewis Barnes il quartetto affronta "Ganesh Sound", perfetta porta di accesso alle stanze più complicate della costruzione, quelle tre parti della "Renunciation Suite" in cui in quartetto accende differenti livelli di narrazione musicale. Nella prima parte della suite infatti, abbiamo una contrapposizione tra il solo sax tenore e la ritmica, che si alternano in episodi densi per poi riunirsi in un colare lavico e abrasivo di suoni sotto cui il batterista Brown conferma la ormai acquisita maturità stilistica, ritagliandosi una lunga zona solistica.

Nella seconda parte della suite il clima è quello, molto sixties, dell'urlo free, con tutto il gruppo che preme sul pedale del volume in una sorta di vortice dionisiaco sottolineato dagli accordi solenni del pianoforte. Cose già sentite, certo, ma si entra in sintonia, di una forza quasi soverchiante, come dimostrano gli applausi entusiasti del pubblico. La terza parte è lasciata a una rapsodica e inquieta conversazione tra pianoforte e contrabbasso, quasi a suggellare come non si possa dire più nulla dopo il fuoco.

Si ritorna nel "classico" clima del quartetto con la ripresa di "Mikuro's Blues", tra i temi più coinvolgenti di Ware, avviluppato nella stretta griglia di accordi martellati da Shipp sul pianoforte: i detrattori di Ware potranno sottolineare malignamente come la formula solistica del musicista si appoggi più o meno sui soliti binari, ma tutto il lungo percorso sassofonistico di "Mikuro's Blues" è esemplare per incisività narrativa.

C'è ancora il tempo per una rituale nuova "chiamata" del tema di "Ganesh Sound", quasi a chiudere il cerchio e per il bis tempestoso di "Saturnian", invocato con accenti predicatori da Lewis Barnes e da un pubblico in delirio. Tutto si è compiuto, la band ha così posto fine a un lungo percorso, assolutamente esemplare e fondamentale nel ribadire la centralità dell'esperienza free/spirituale all'interno del jazz nero. Adesso tocca a noi rinunciare al David S. Ware Quartet. Ci vogliono forza e consapevolezza, ma forse è giusto così.

Track Listing

Introduction; Ganesh Sound; Renunciation Suite I; Renuniciation Suite II; Renunciation Suite III; Mikuro's Blues; Ganesh Sound (reprise); Saturnian.

Personnel

David S. Ware
saxophone, tenor

David S. Ware: tenor saxophone; Matthew Shipp: piano; William Parker: bass; Guillermo E. Brown: drums.

Album information

Title: Renunciation | Year Released: 2007 | Record Label: AUM Fidelity


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