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Ikue Mori, Satoko Fujii, Natsuki Tamura: Prickly Pear Cactus
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Questo disco è un esempio dei molti lavori prodotti nel periodo della pandemia, pensati e realizzati a distanza, registrando le parti ciascuno nella propria casa e poi "montandole" con l'uso di software e computer.
I tre protagonisti erano appena rientrati in Giappone da un tour statunitense e da una registrazione a New York con il gruppo Kaze, quando l'esplosione del Covid-19 li costrinse ad annullare tutti i concerti in programma e a rinchiudersi nelle loro case. Una cosa che, a giudicare da alcuni stralci di conversazione che ebbero tra loro e che sono riportati nel libretto, non li turbò più di tanto e che anzi presero come una sorta di "vacanza." Tuttavia, in contatto per email e attraverso Zoom, i tre decisero in breve tempo di registrare questo lavoro, una sorta di improvvisazione diacronicavisto che ciascuno la portava avanti per proprio contoriarrangiata in fase di postproduzione, o per meglio di dire di assemblaggio produttivo.
Gli esiti sono interessanti, con una composizione di suoni a tratti scintillantecome nell'iniziale title track, ove Ikue Mori tira fuori dai suoi apparati elettronici scampanellii e suoni limpidie a tratti stridentecon il nitido, quasi etereo suono del piano di Satoko Fujii contrastato dai borbottii tanto della tromba di Natsuki Tamura, quanto dalle screziature elettronichema è comunque sempre ben contrassegnato da un'idea drammaturgica che conferisce un senso alla musica.
Fulcro del lavoro è il brano più lungo, non a caso centrale, "Overnight Mushroom," un duetto tra le due donne (Tamura è presente solo in quattro delle dieci tracce) nel quale a dominare è il contrasto, sviluppato però con chiarezza e coerenza, oltre che con una sonorità splendida del pianoforte.
Nella seconda parte il disco pare crescere, così come più vari sono gli stilemi della Fujii, che in "Empty Factory" prepara il piano per farlo suonare come una percussione africana, mentre in "In the Water" e "Turning" si produce in un'alternanza di nitore e roboanti ostinati a piena tastiera, che assorbono come un buco nero anche le distorsioni sonore dei compagni. Splendida la conclusiva "Sign," nella quale la Mori disegna florilegi e oniriche cornici attorno alle note sospese del piano.
Disco gustosissimo, come gran parte delle invenzioni della pianista nipponica.
I tre protagonisti erano appena rientrati in Giappone da un tour statunitense e da una registrazione a New York con il gruppo Kaze, quando l'esplosione del Covid-19 li costrinse ad annullare tutti i concerti in programma e a rinchiudersi nelle loro case. Una cosa che, a giudicare da alcuni stralci di conversazione che ebbero tra loro e che sono riportati nel libretto, non li turbò più di tanto e che anzi presero come una sorta di "vacanza." Tuttavia, in contatto per email e attraverso Zoom, i tre decisero in breve tempo di registrare questo lavoro, una sorta di improvvisazione diacronicavisto che ciascuno la portava avanti per proprio contoriarrangiata in fase di postproduzione, o per meglio di dire di assemblaggio produttivo.
Gli esiti sono interessanti, con una composizione di suoni a tratti scintillantecome nell'iniziale title track, ove Ikue Mori tira fuori dai suoi apparati elettronici scampanellii e suoni limpidie a tratti stridentecon il nitido, quasi etereo suono del piano di Satoko Fujii contrastato dai borbottii tanto della tromba di Natsuki Tamura, quanto dalle screziature elettronichema è comunque sempre ben contrassegnato da un'idea drammaturgica che conferisce un senso alla musica.
Fulcro del lavoro è il brano più lungo, non a caso centrale, "Overnight Mushroom," un duetto tra le due donne (Tamura è presente solo in quattro delle dieci tracce) nel quale a dominare è il contrasto, sviluppato però con chiarezza e coerenza, oltre che con una sonorità splendida del pianoforte.
Nella seconda parte il disco pare crescere, così come più vari sono gli stilemi della Fujii, che in "Empty Factory" prepara il piano per farlo suonare come una percussione africana, mentre in "In the Water" e "Turning" si produce in un'alternanza di nitore e roboanti ostinati a piena tastiera, che assorbono come un buco nero anche le distorsioni sonore dei compagni. Splendida la conclusiva "Sign," nella quale la Mori disegna florilegi e oniriche cornici attorno alle note sospese del piano.
Disco gustosissimo, come gran parte delle invenzioni della pianista nipponica.
Track Listing
Prickly Pear Cactus; Sweet Fish; Guerrilla Rain; Mountain Stream; Overnight Mushroom; Empty Factory; In the Water; Turning; Muddy Stream; Sign.
Personnel
Album information
Title: Prickly Pear Cactus | Year Released: 2020 | Record Label: Libra Records
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Ikue Mori Satoko Fujii + Natsuki Tamura
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