Pericopes +1 alla Buca di San Vincenzo di Milano

Buca di San Vincenzo
Milano
09.11.2015
Si muove tra New York, Parigi e Parma, l'atipico trio Pericopes+1, al secolo Emiliano Vernizzi al sax tenore, Alessandro Sgobbio al piano, Nick Wight alla batteria. Non una novità in senso stretto: già nel 2013 il duo Vernizzi-Sgobbio aveva vinto l'Umbria Jazz Contest. Ma poi, tra cambi di residenza ed esperienze all'estero (cervelli in fuga? voglia di esplorare nuovi territori? nemo propheta in patria?), i due musicisti erano un po' usciti dal cosiddetto panorama jazzistico italiano.
Vi fanno rientro ora, in compagnia di Nick Wight, dalla porta principale ed in modo sontuoso, con un tour europeo per la presentazione dello splendido album These Human Beings. Oltre venti tappe, di cui otto in Italia, che daranno senza dubbio buona visibilità a questo trio di grande valore.
La loro musica si muove tra echi della tradizione, sia europea che jazz, avanguardia, reminiscenze di Don Byron e Tim Berne, squarci metropolitani, in un interplay fitto, non gerarchico e atipico (l'assenza del contrabbasso consente e in qualche modo forza un equilibrio inconsueto tra gli strumenti) di grande forza e impatto.
In questo concerto milanese, nonostante condizioni non particolarmente favorevoli (pubblico rumoroso, pianoforte non amplificato) il trio ci ha impressionato per ricchezza di idee, compattezza di suono, linearità di pensiero, consequenzialità dell'esposizione.
In breve, un trio che propone una musica complessa ma non respingente, audace ma non spigolosa, che riteniamo possa e debba trovare spazio nei tanti festival che animano quel panorama jazzistico italiano di cui sopra, spesso pigramente adagiato su proposte rassicuranti e scarsamente innovative.
Milano
09.11.2015
Si muove tra New York, Parigi e Parma, l'atipico trio Pericopes+1, al secolo Emiliano Vernizzi al sax tenore, Alessandro Sgobbio al piano, Nick Wight alla batteria. Non una novità in senso stretto: già nel 2013 il duo Vernizzi-Sgobbio aveva vinto l'Umbria Jazz Contest. Ma poi, tra cambi di residenza ed esperienze all'estero (cervelli in fuga? voglia di esplorare nuovi territori? nemo propheta in patria?), i due musicisti erano un po' usciti dal cosiddetto panorama jazzistico italiano.
Vi fanno rientro ora, in compagnia di Nick Wight, dalla porta principale ed in modo sontuoso, con un tour europeo per la presentazione dello splendido album These Human Beings. Oltre venti tappe, di cui otto in Italia, che daranno senza dubbio buona visibilità a questo trio di grande valore.
La loro musica si muove tra echi della tradizione, sia europea che jazz, avanguardia, reminiscenze di Don Byron e Tim Berne, squarci metropolitani, in un interplay fitto, non gerarchico e atipico (l'assenza del contrabbasso consente e in qualche modo forza un equilibrio inconsueto tra gli strumenti) di grande forza e impatto.
In questo concerto milanese, nonostante condizioni non particolarmente favorevoli (pubblico rumoroso, pianoforte non amplificato) il trio ci ha impressionato per ricchezza di idee, compattezza di suono, linearità di pensiero, consequenzialità dell'esposizione.
In breve, un trio che propone una musica complessa ma non respingente, audace ma non spigolosa, che riteniamo possa e debba trovare spazio nei tanti festival che animano quel panorama jazzistico italiano di cui sopra, spesso pigramente adagiato su proposte rassicuranti e scarsamente innovative.
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