Home » Articoli » Album Review » Pat Metheny: Orchestrion

Pat Metheny: Orchestrion

By

Sign in to view read count
Pat Metheny: Orchestrion
Ha mobilitato uno stuolo di programmatori, elettrotecnici e ingegneri Pat Metheny per realizzare il sogno che cullava fin da bambino. Altro che diventare un famoso chitarrista e vendere decine di migliaia di dischi, altro che suonare con Ornette Coleman e riempire i palazzetti dello sport di mezzo mondo; noi mica lo sapevamo, ma l'eterno bravo ragazzo del Missouri da sempre sognava di automatizzare, attraverso le tecniche più complesse e bislacche, decine di strumenti musicali (percussioni variamente assortite, un pianoforte, un basso elettrico, le immancabili tastiere, chitarre acustiche, vibrafoni, marimbe e chissà che altro ancora).

L'idea, stando a quanto racconta il musicista dalla folta chioma, gliela suggerì anni fa un pianoforte meccanico che prendeva polvere nello scantinato del nonno materno, uno di quelli che si vedono nei saloon dei film western. Da allora il pallino degli ingranaggi e delle manovelle l'ha sempre tormentato, tanto da spingerlo a investire risorse ed energie non indifferenti per dar vita a Orchestrion, disco per chitarra e orchestra meccanica, o meglio, per chitarra con orchestra meccanica, visto che a controllare il tutto sono le sei corde dello stesso Metheny.

C'è un enorme sforzo produttivo, dunque, dietro l'ultima fatica (è proprio il caso di dirlo) del nostro. E il progetto, per quanto megalomaniaco e vagamente morboso, è senza dubbio affascinante dal punto di vista tecnico-visivo (H.G. Wells e Jules Verne avrebbero gradito, Georges Méliès pure). Peccato che poi tocchi confrontarsi con la musica. E a quel punto sfido chiunque a non porsi la fatidica domanda: perchè investire energie e risorse in una mirabolante orchestra meccanica, una specie di mostruoso carillon, che suona come un Pat Metheny Group a mezzo servizio?

I cinque pezzi in scaletta, tutti toppo lunghi e prosaicamente noiosi, sembrano il frutto di una mediocre cover band, fusion per orecchie pacificate buona da ascensori o lounge bar. Il che significa prevedibilità, piattezza, prolissità, continue variazioni di tempo e di impasti sonori per sfoggiare tutto il potenziale dei costosissimi giocatoli. Libere uscite ridotte al minimo anche per la chitarra del leader, già troppo impegnato a sollazzarsi con aggeggi e gingilli. Qua e là qualcosa di buono lo si sente, il tema pulsante dell'iniziale "Orchestrion," la cinematica "Spirit of Air". Troppo poco, comunque, per non arrovellarsi sul perchè di un tale delirio robotico.

Si fosse stati coerenti fino alle estreme conseguenze, si sarebbe dovuto dar vita a un droide-Metheny degno di cotanta opulenza. E magari lanciare il primo tour mondiale di Pat Metheny senza Pat Metheny. Da lì a incaricare l'Ikea di costruire un Pat Metheny Group comodamente montabile a casa vostra, il passo sarebbe stato poi breve. Già, ma del disco che ne facciamo?

Track Listing

Orchestrion; Entry Point; Expansion; Soul Search; Spirit of the Air.

Personnel

Pat Metheny
guitar

Pat Metheny: guitar and orchestrionics (pianos, marimba, vibraphone, orchestra bells, basses, guitarbots, percussion, cymbals and drums, blown bottles, and other custom-fabricated acoustic mechanical instruments, keyboard).

Album information

Title: Orchestrion | Year Released: 2010 | Record Label: Nonesuch Records


Next >
Modern Life

Comments

Tags

Concerts

Oct 5 Sat
Oct 8 Tue
Pat Metheny
Erkel Theater
Budapest, Hungary
Oct 13 Sun
PAT METHENY
Olympia
Paris, France
Oct 13 Sun
Oct 14 Mon

For the Love of Jazz
Get the Jazz Near You newsletter All About Jazz has been a pillar of jazz since 1995, championing it as an art form and, more importantly, supporting the musicians who create it. Our enduring commitment has made "AAJ" one of the most culturally important websites of its kind, read by hundreds of thousands of fans, musicians and industry figures every month.

You Can Help
To expand our coverage even further and develop new means to foster jazz discovery and connectivity we need your help. You can become a sustaining member for a modest $20 and in return, we'll immediately hide those pesky ads plus provide access to future articles for a full year. This winning combination will vastly improve your AAJ experience and allow us to vigorously build on the pioneering work we first started in 1995. So enjoy an ad-free AAJ experience and help us remain a positive beacon for jazz by making a donation today.

More

Popular

Get more of a good thing!

Our weekly newsletter highlights our top stories, our special offers, and upcoming jazz events near you.