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Novità di Bill Frisell su Tzadik

La collaborazione tra Bill Frisell e John Zorn risale ormai a diversi anni fa. Dopo i vari album realizzati con i Naked City e la partecipazione ad alcuni progetti reciproci, dal finire degli anni '90 sembrava che i due avessero intrapreso cammini artistici completamente divergenti, con l'unica eccezione data dalla partecipazione di Frisell all'album Masada Guitars nel 2003.

Sorprende, e fa piacere, quindi ritrovare il chitarrista in ben due titoli pubblicati quasi in contemporanea dalla Tzadik, la label di Zorn, anche se in realtà già lo scorso anno c'era stata un'anticipazione con l'uscita di The Gnostic Preludes, parte della recente serie di composizioni zorniane mistico-esoteriche, espressione della sua musicalità più morbida e delicata, realizzato in compagnia dell'arpa di Carol Emanuel e dal vibrafono di Kenny Wollesen.

John Zorn

The Mysteries

Tzadik Records

Valutazione: 4,5 stelle

Proprio a questo lavoro si riaggancia il nuovo The Mysteries (anch'esso attribuito a John Zorn, che ne è l'autore ma non prende parte alla registrazione), riprendendo lo stesso trio strumentale e le stesse atmosfere musicali. L'intreccio tra gli strumenti è ancora più stretto ed efficace che nel precedente lavoro, ma qui Frisell acquista un ruolo più da protagonista in diversi brani, permettendosi anche una maggior varietà timbrica rispetto all'album precedente, oltre a qualche divagazione elettronica come nell'introduzione astratta di "Ode to the Cathars" e in "Apollo." A turno i tre musicisti si alternano nell'accompagnamento e nell'esposizione della melodia, ma le composizioni di Zorn riescono sempre a valorizzare l'integrazione tra gli strumenti, rivelando a ogni ascolto nuovi dettagli della complessa scrittura sotto l'apparente semplicità, quasi minimalista, dei temi.

Disco che incanta e affascina fino dalle prime battute, come già era successo con The Gnostic Preludes, e conferma allo stesso tempo la profonda vena creativa di Zorn e la grande flessibilità del chitarrista, capace di impreziosire col suo contributo inconfondibile i progetti più svariati, rendendosi insostituibile ma senza mai prevaricare sugli altri musicisti.

Bill Frisell

Silent Comedy

Tzadik Records

Valutazione: 3 stelle

Diverso il discorso per l'altro lavoro, Silent Comedy. Qui Zorn figura solo come produttore, e Frisell si occupa di tutto il resto. Completamente solo in studio, con una chitarra e una piccola pedaliera di effetti (inclusi gli ormai irrinunciabili loops), la musica è totalmente improvvisata e registrata live senza sovraincisioni. Probabilmente rimarrà nella discografia di Frisell come il suo lavoro più radicale e sperimentale: cinquanta minuti di pura esplorazione sonora, senza nessun tentativo di sviluppo musicale in senso armonico o melodico. Il chitarrista ci guida attraverso un paesaggio sonoro vario e imprevedibile, in un percorso di totale improvvisazione che conduce a una continua scoperta. Qua e là emergono rari frammenti melodici che costeggiano una strada irta di ostacoli, ma sono eccezioni in un panorama perlopiù atonale.

Disco difficile e spiazzante, che si rivolge principalmente a chi ha già familiarità con l'avanguardia del giro di John Zorn, piuttosto che agli aficionados del chitarrista, abituati a sentirlo in contesti decisamente più abbordabili.

Elenco dei brani:

The Mysteries:

01. Sacred Oracle - 5:35; 02. Hymn of the Naassenes - 5:05; 03. Dance of Sappho - 4:05; 04. The Bacchanalia - 2:56; 05. Consolamentum - 5:48; 06. Ode to the Cathars - 6:55; 07. Apollo - 3:27; 08. Yaldabaoth - 3:54; 09. The Nymphs - 10:47.

Silent Comedy:

01. Bagatelle - 3:11; 02. John Goldfarb, Please Come Home! - 8:51; 03. Babbitt - 3:38; 04. Silent Comedy - 2:02; 05. Lake Superior - 4:34; 06. Proof - 3:55; 07. The Road - 5:20; 08. Leprechaun - 3:41; 09. Ice Cave - 6:38; 10. Big Fish - 5:26; 11. Lullaby - 3:14

Musicisti:

The Mysteries:

Carol Emanuel (arpa); Bill Frisell (chitarra); Kenny Wollesen (vibrafono, campanelli)

Silent Comedy:

Bill Frisell (chitarra elettrica, loops).

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