Home » Articoli » Album Review » Stephan Micus: Nomad Songs

1

Stephan Micus: Nomad Songs

By

Sign in to view read count
Stephan Micus: Nomad Songs
Il viaggio del polistrumentista tedesco Stephan Micus attraverso una geografia musicale immaginaria aggiunge un'altra tappa al suo già notevole cammino, testimoniato da una discografia che in 40 anni ha raggiunto i 23 titoli, quasi tutti pubblicati da ECM. I canti nomadi del titolo descrivono il complesso della sua opera, risultato di tanti anni di vagabondaggio attraverso le tradizioni musicali di numerosi paesi diversi nei cinque continenti, e ottenuti con accostamenti strumentali del tutto inediti e originali, lontani da qualunque pretesa di fedeltà filologica.

Con la visione globalizzante di Micus la musica etnica diventa veramente world music nell'accezione più vasta del termine; non bisogna però fare l'errore di confonderlo con i tanti che utilizzano questa etichetta più o meno a proposito, né tantomeno con i vari esponenti del fenomeno new age, dai quali si distacca decisamente, anche se a uno sguardo superficiale potrebbe sembrar presentare alcuni punti in comune.

Anche in questa occasione il già abbondante parco strumenti si arricchisce di due nuovi membri: lo ndingo, un metallofono del Botswana simile alla kalimba, e il gembri, un liuto basso a tre corde (più altre tredici risonanti) del Marocco. I due sono protagonisti assoluti del brano di apertura "Everywhere, Nowhere," così come di "The Spring," mentre al gembri da solo (ma sovrainciso 5 volte) è dedicato "Laughing at Thunder." Gli altri brani riprendono strumenti più abituali per Micus, come i flauti etnici (il suling balinese, il nay egiziano e lo shakuhachi giapponese) e le chitarre, tra cui c'è anche lo speciale modello a 14 corde progettato dallo stesso musicista. Questa volta Micus opta per combinazioni di strumenti più sobrie ed essenziali, limitandosi a 5 o 6 sovraincisioni anziché le oltre 20 di alcuni dei suoi precedenti lavori. La scelta sottolinea ancora di più il carattere intimista della sua musica, immersa in una dimensione mistico-spirituale particolarmente suggestiva.

Come sempre, Micus fa tutto da solo, registrando i brani nel suo studio personale in un periodo di due anni; probabilmente è l'unico artista del catalogo ECM ad avere totale autonomia produttiva, segno di grande fiducia da parte del produttore Manfred Eicher che gli ha lasciato libertà completa. Ognuno dei suoi lavori possiede caratteristiche uniche, pur mantenendo lo stesso approccio di base al materiale musicale, e l'ascolto di ogni album è un'esperienza diversa e assolutamente personale. Chi ancora non conosce questo straordinario musicista farebbe bene a rimediare, e in questo senso Nomad Songs può rappresentare una buona introduzione.

Track Listing

Everywhere, Nowhere; Leila; The Promise; The Stars; The Spring; The Blessing; The Feast; Laughing At Thunder; Sea Of Grass; The Dance; Under The Chinar Trees.

Personnel

Stephan Micus
guitar, 12-string

Stephan Micus: ndingo; genbri; steel string guitar; suling; voice; nay; rewab; rabab; twelve string guitar; fourteen string guitar; tin whistle; shakuhachi.

Album information

Title: Nomad Songs | Year Released: 2015 | Record Label: ECM Records


< Previous
Matter of Time

Next >
November 2015

Comments

Tags


For the Love of Jazz
Get the Jazz Near You newsletter All About Jazz has been a pillar of jazz since 1995, championing it as an art form and, more importantly, supporting the musicians who create it. Our enduring commitment has made "AAJ" one of the most culturally important websites of its kind, read by hundreds of thousands of fans, musicians and industry figures every month.

You Can Help
To expand our coverage even further and develop new means to foster jazz discovery and connectivity we need your help. You can become a sustaining member for a modest $20 and in return, we'll immediately hide those pesky ads plus provide access to future articles for a full year. This winning combination will vastly improve your AAJ experience and allow us to vigorously build on the pioneering work we first started in 1995. So enjoy an ad-free AAJ experience and help us remain a positive beacon for jazz by making a donation today.

More

Shadow
Lizz Wright
Caught In My Own Trap
Kirke Karja / Étienne Renard / Ludwig Wandinger
Horizon Scanners
Jim Baker / Steve Hunt / Jakob Heinemann

Popular

Get more of a good thing!

Our weekly newsletter highlights our top stories, our special offers, and upcoming jazz events near you.