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Zeno de Rossi Shtik: Me'or 'Einayim

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Zeno de Rossi Shtik: Me'or 'Einayim
Profuma di downtown e di cultura yiddish l’ultima creatura sonora di Zeno de Rossi, ma questo non stupisce più di tanto, viste le frequentazioni e passioni musicali più volte dichiarate dal batterista veronese.

Ciò che sorprende veramente è la leggerezza che pervade l’intero lavoro, sia esso una dimenticata melodia di Ennio Morricone o un tradizionale ebraico, l’ennesima strepitosa gemma di Ornette Coleman piuttosto che uno standard che più standard non si può di Cole Porter. Leggerezza che si trasforma in una sorta di classicità, non codificata, non impettita né seriosa, bensì obliqua, aperta, tattile come è caratteristica delle produzioni El Gallo Rojo.

Leggerezza che nasce dal pensiero e dalle bacchette di de Rossi, che dedica un brano a Shelly Manne, uno che di leggerezza e soavità percussiva se ne intendeva assai, e si trasmette al resto del gruppo quasi per osmosi, attraverso un comune sentire che esalta le specificità dei singoli e l’unitarietà del progetto. Difficile segnalare qualche brano in particolare, perché è il lavoro nella sua interezza che colpisce e reclama la propria identità.

Ci si emoziona (commuove) spesso in Me’or ‘Einayim: “Sabbath Prayer“ è un inno alla bellezza e alla sacralità delle cose che arriva dritto all’animo, la fanciullesca semplicità di “I Heard it Over the Radio“ trova nell’incrocio tra il doppio contrabbasso e i sassofoni una delicata e convincente sublimazione armonica, “Unused Theme“ possiede la magia dei ricordi migliori.

E altrettanto spesso si sorride e ci si diverte, come dinanzi alla più scatenata klezmer band,“Hava Nagila“, ad un’orchestrina da ballo ad alto tasso alcolico, “My Heart Belongs to Daddy“, o ad un tradizionale ebraico trasformato in bolero, “Chavalah“. Ma il brano che forse rappresenta al meglio lo spirito di Me’or ‘Einayim è “Tradition“: rispetto per la tradizione e ricerca personale si fondono a meraviglia attraverso una lunga, multidirezionale esplorazione sonora carica di suggestioni che sfocia in maniera del tutto naturale nella melodia del tema, finalmente riconoscibile.

Track Listing

01. Unused Theme from "C'era una volata in America" (Morricone); 02. Tradition (Harnich/Bock); 03. Chavalah (Harnich/Bock); 04. I Heard Over the Radio (Coleman); 05. My Yiddishe Momme (Yellen/Pollack); 06. Little Lees (Louise) (Taylor); 07. Sabbath Prayer (Harnich/Bock); 08. Hava Nagila (Come Let's Be Happy) (Tradizionale); 09. Bei Mir Bist Du Schoen (Jacobs/Secunda); 10. I'll Always Be Yours (Mir Zol Zain Far Dir) (Rumishinsky/Picon), 11. My Heart Belongs To Daddy (Porter).

Personnel

Francesco Bigoni
saxophone, tenor

Francesco Bigoni (sax tenore) in #2,3,5,7,8,9; Piero Bittolo Bon (sax alto) in #2,4; Danilo Gallo (basso) in #1,2,,5,8,9,10,11; J Kyle Gregory (tromba) in #2,3,5,7,8,9; Daniele D'Agaro (clarinetto, sa alto) in #6,11; Zeno de Rossi (batteria); Enrico Terragnoli (chitarra)in # 2,5,7,9,11; Pasquale Mirra (vibrafono) in #2,5,8,9; Alfonso Santimone (piano) in #1,2,3,5,6,7,8,9,10; Stefano Senni (basso) in #3,4,6,7; Alessandro Stefana (pedal steel) in #7; Achille Succi (clarinetto baso, sax alto) in #1,3,4,6; Nicola Fazzini(sax alto) in #2,3,7,8,9; Giorgio Pacorig (piano) in # 11.

Album information

Title: Me'or 'Einayim | Year Released: 2007

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