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Massimo Barbiero - Claudio Cojaniz – Giulia Ceolin

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Open Jazz Festival

Teatro Bertagnolio - Chiaverano - 19.03.2013

È stato quest'anno il paese di Chiaverano, pochi chilometri sopra Ivrea, a ospitare il vernissage del festival eporediese (in programma, le sere seguenti, Guidi, Mazurek, Bollani, ecc.), per la prima volta senza Sergio Ramella, che dell'Eurojazz di Ivrea fu ideatore e fondatore nel lontano 1980, andatosene da pochi mesi (quanto mai doverosa la relativa dedica di quest'edizione 2013).

Si è partiti con una doppia presentazione, centrata (come di fatto tutta la prima serata) sulla principale anima dell'attuale festival, Massimo Barbiero, cinquant'anni compiuti il mese scorso: un libro (testi vari, e bellissimi inserti fotografici di Luca D'Agostino), Sisifo la fatica della ricerca (Edizioni del Faro), e un CD in completa solitudine, sempre intitolato a Sisifo (Splasc(H)).

Riproponendoci di tornare eventualmente in seguito sulla doppia produzione, veniamo all'evento concertistico che ha suggellato la serata, un'oretta tirata in cui la batteria (più che mai "rinforzata," nello specifico) di Barbiero ha dialogato col pianoforte di Claudio Cojaniz e la gestualità di Giulia Ceolin. Particolare se vogliamo curioso: il più ritmico, persino percussivo, dei due musicisti è stato il pianista friulano (specialmente in una felice rilettura di una delle icone monkiane per eccellenza, "Crepuscule with Nellie"), il più coloristico, qua e là persino melodico, il batterista.

Nessuno dei due ha dato del resto l'impressione di volersi incasellare in un ruolo troppo definito, all'interno del duo (che è poi il cinquanta per cento di quel notevole album che fu, quattro anni fa, Marmaduke, con Alexander Balanescu e Maurizio Brunod, altra anima dell'Open Jazz, del quale - en passant - è appena uscito l'atteso Duets, con fra gli altri Miroslav Vitous). Duo a cui la danzatrice goriziana ha offerto un contributo molto calibrato (anche quantitativamente, visto che la sua presenza in scena non è stata continuativa, ancorché un po' penalizzata da un'illuminazione fin troppo rarefatta) e sempre conseguente, per un'ipotesi di lavoro a tre che ci si augura possa avere ulteriori occasioni di precisarsi.

Foto di Luca D'Agostino

Visita i siti di Massimo Barbiero e Claudio Cojaniz.

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