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Marco Colonna MC3 alla Sala del Rosso di Firenze

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Sala del Rosso
Firenze
29.01.2016

Musicista interessantissimo che si sta sempre più mettendo in luce, Marco Colonna non capita spesso a Firenze; meritano perciò un plauso la Sala del Rosso e il suo direttore artistico Paolo Carradori per aver dato agli appassionati cittadini la possibilità di ascoltarlo alla testa del suo MC3, con Fabio Sartori all'organo Hammond e Claudio Sbrolli alla batteria.

La formazione ha una progettualità piuttosto atipica e sorprendente: unisce infatti temi di ispirazione mediterranea con l'improvvisazione post-free, per giunta con sonorità -quelle dell'Hammond -che rimandano a quelle elettriche anni Sessanta e Settanta. Inoltre, la poetica è costantemente in evoluzione, sviluppata nel corso dei live nei quali il gruppo dà il meglio di sé -ha infatti all'attivo un CD, Our Ground, registrato dal vivo al 28Divino Jazz Club ed edito dall'etichetta indipendente dello stesso locale.

Il concerto si è aperto con un brano inizialmente su sonorità abbastanza tipiche per l'Hammnod, ma che Colonna -qui al clarinetto basso -ha gradatamente spostato su toni scuri e poi trasformato in un'atmosfera di arabeggiante. Un saggio introduttivo della musica del trio.

A seguire un brano caratterizzato dai soli del clarinetto: prima uno introduttivo senza accompagnamento, poi un altro, lungo e su temi arabi, nel quale Colonna ha messo in gioco tutta una serie di virtuosismi tecnici -respirazione circolare, salti dinamici, rapidità di diteggiatura nei fraseggi -impiegandole però sempre all'interno di una ben chiara cornice narrativa.

Il prosieguo del concerto, diviso in due set, ha conservato il medesimo andamento, con l'Hammond di Sartori e la batteria di Sbrolli a realizzare tessiture nei cui squarci Colonna inseriva i suoi assoli, produttivi di nuovi temi e di aperture verso nuove direzioni della musica. Con momenti ora più etnici -temi mediorientali ed ebraici si sono affacciati nelle diverse composizioni -ora più tradizionalmente jazzistici -come nei primi due brani del secondo set, ove hanno avuto maggiore spazio Hammond e batteria -ora maggiormente astratti, meditativi e improvvisati -come nel lungo solo introduttivo del primo brano del secondo set, al clarinetto basso.

Un concerto originale, che ha sempre tenuto alta l'attenzione del pubblico. E che ha messo in luce le qualità tecniche e creative di Colonna, sempre originale nei suoi interventi e talvolta anche pirotecnico, come quando ha improvvisato al clarone accompagnandosi suonando contemporaneamente metà del clarinetto. Un artista che merita la massima attenzione e che ci auguriamo di rivedere presto sui palchi toscani.

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