Il quartetto di Florian Hoefner -origini tedesche, residenza da anni a New York -è con Luminosity alla terza uscita discografica e si sente. L'intesa fra i musicisti è perfetta -Seamus Blake è subentrato a Mike Ruby ma sembra membro del gruppo da sempre -la musica ha la precisione di un orologio svizzero, fluisce senza scossoni e senza impedimenti. Vi è inoltre una chirurgica successione di brani dall'andamento lento e riflessivo con altri dal ritmo più sostenuto, mentre gli assoli guadagnano le luci della ribalta con equa ripartizione.
Le composizioni sono solide come roccia e proprio la scrittura di Hoefner è la qualità che emerge maggiormente, composizioni ancorate ai canoni del miglior mainstream, con una loro intrinseca originalità, interpretate da solisti ineccepibili. Ma quelle che si manifestano come le eccellenze del disco finiscono per trasformarsi nei limiti di una registrazione che fatica a sfruttare pienamente le possibilità offerte dalla scrittura.
Luminosity può essere archiviato così come l'ennesimo ottimo esempio di modern mainstream, sicuramente apprezzabile e apprezzato da un numeroso pubblico, ma che non aggiunge nulla al già noto, al già detto, al già sentito. Il che, sia detto, non è un delitto, ma viene meno all'essenza stessa della musica improvvisata che è da sempre rielaborazione della tradizione nella contemporaneità con sguardo ben puntato verso il futuro.
Track Listing
The Narrows; In Circles; Luminosity; Newfound Jig; Elements; Reminiscence; The Bottom Line; North Country.
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