The Harlem Gospel Travelers: Look Up!

Gli Harlem Gospel Travelers sono una "creatura" di Eli "Paperboy" Reed (Eli Husock), un cantante, cantautore, chitarrista e produttore oggi quarantenne che ottenne un buon successo commerciale nel 2010 col singolo "Come and Get It," tratto dall'omonimo album. Un po' come il produttore inglese Mark Ronson è un appassionato di R&B e Soul Music (ma anche del rock anni cinquanta) ed ha inciso degli accattivanti album con quel classico sound.

Per qualche anno, a partire dal 2013, ha condotto un programma didattico ad Harlem per adolescenti afroamericani ("Gospel for Teens," Mama Foundation), privilegiando lo studio dei quartetti vocali degli anni cinquanta/sessanta. Gruppi oggi dimenticati come i Clovers, i Dominoes di Clyde McPhatter, i Drifters e i Soul Stirrers da cui uscì Sam Cooke.

Un ebreo bianco che insegna ai teen-agers afroamericani i fondamenti di Gospel e Soul Music? "È una domanda che mi hanno già fatto—risponde "Paperboy"—ma mio padre era un critico musicale e a casa ascoltavamo Sam Cooke, Mahalia Jackson, i Blind Boys of Mississippi o i Soul Stirrers. Adoro la musica per quartetto vocale: credo sia tra le espressioni più importanti di questo Paese."

Colpito dalla bravura dei suoi giovani allievi, Reed ha prodotto un primo disco nel 2018 He's on Time ed oggi pubblica un secondo album con l'organico leggermente mutato (tre voci, qualche ospite e ritmica) che esegue una manciata di originals improntati a quell'estetica.

L'approccio è più variopinto rispetto al disco precedente, con qualche ambizione commerciale. I brani sono per lo più sostenuti, nel serrato confronto tra voce solista e coretto, più occasionali assoli di chitarra e armonizzazioni con l'Hammond. I giovani interpreti vocali —Thomas Gatling, George Marage, Dennis Keith Bailey III— sono talentosi, gli arrangiamenti e le composizioni (molte di Gatling) colpiscono nel segno. Un clima fresco e accattivante, che rilegge il passato senza apparire retrò.

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